A Beirut si discute di cosa fare dei resti dell’esplosione al porto
Il 4 agosto del 2020, due anni fa, l’enorme esplosione al porto di Beirut provocò 218 morti e più di 7mila feriti, causando danni a moltissimi edifici della capitale libanese. L’edificio simbolo del disastro è il grosso deposito di cereali che ancora oggi, sebbene gravemente danneggiato e parzialmente crollato, domina l’area.
I silos di cereali del porto di Beirut si trovano a meno di 100 metri dal punto dove avvenne l’esplosione, sono alti 48 metri e furono completati nel 1970. Come ha raccontato un approfondito, prima dell’esplosione conservavano circa l’85 per cento delle scorte di cereali del Libano, garantendo la sicurezza alimentare nel paese.
Le indagini sull’esplosione al porto di Beirut, una delle più grosse e disastrose della storia recente, sono statedella ong Human Rights Watch dell’agosto del 2021, in base alla legge libanese vari funzionari del governo erano stati «come minimo negligenti a livello penale» rispetto alla gestione delle scorte di nitrato di ammonio, che si ritiene avessero causato l’esplosione.
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