Nessuna traccia del bimbo e della donna dispersi. Sommozzatori al lavoro senza sosta: «I parenti ci chiedono di fare un miracolo»
INVIATA A BARBARA . «Fate il miracolo, questo ci dicono i parenti dei dispersi», racconta Riccardo Pasqualini, sindaco di Barbara, il comune nell’entroterra di Senigallia devastato dall’alluvione del 15 settembre. Abita lì Tiziano Luconi, padre di Mattia, il bambino di 8 anni investito dalla piena mentre era tra le braccia della madre.
Alla fine del quarto giorno di ricerche, inizia a farsi strada lo sconforto. Riccardo Pasqualino è il responsabile della Protezione Civile locale, ha appena terminato di parlare con il gruppo di 14 persone del suo comune che ancora ieri hanno setacciato per tutto il giorno fiume e argini senza alcun risultato. «Purtroppo i miracoli li fa il Padreterno, cercare questi due corpi in una zona così devastata è come cercare un ago in un pagliaio», ammette.
L’area dove si sta cercando è estesa oltre 6 chilometri e larga in alcuni punti anche 50-60 metri, l’ampiezza raggiunta dal fiume Nevola durante l’esondazione. Si va dal ponte del Molino a Barbara fino a Castelleone di Suasa, il comune vicino. Qui il fiume è un serpente d’acqua melmosa che corre ripido a valle e lentamente sta tornando nel suo letto.
Domenica è stato ritrovato lo zaino di Mattia. Si trovava a 8 chilometri dal punto in cui è sparito il piccolo, in una zona non lontana da quella dove è stato trovato il corpo di Noemi Bartolucci.