Pete Hegseth, Segretario della Difesa degli Stati Uniti, ha annunciato un cambiamento di paradigma nella politica atlantica, chiedendo un aumento drastico delle spese militari da parte degli alleati NATO. L'America, secondo Hegseth, si concentrerà sulla deterrenza con la Cina nell'Indopacifico e lascerà all'Europa la responsabilità della propria difesa convenzionale.
Pete Hegseth non ha perso tempo prima della prima riunione con i colleghi della NATO per comunicare all' Europa che l'America di Trump non intende più fungere da scudo protettivo per il vecchio continente.
Ieri, il segretario della Difesa ha utilizzato l'occasione, durante la riunione del Gruppo di Contatto sull'Ucraina a Bruxelles, per esporre pubblicamente la nuova dottrina atlantica degli Stati Uniti: una rivoluzione - se alle parole seguiranno i fatti - che ha destato sgomento evidente tra i partecipanti all'incontro e l'intero quartier generale dell'Alleanza. Il messaggio di Hegseth, che in realtà non sorprende se si considerano le dichiarazioni di Trump degli ultimi anni, è chiaro: agli alleati della NATO viene chiesto - o meglio annunciato - un cambiamento di paradigma. All'Europa viene ormai richiesto di assicurare la propria difesa convenzionale nel suo territorio. Gli Stati Uniti si impegneranno a garantire solo lo scudo nucleare. Per raggiungere questo obiettivo, Hegseth conferma i conti già chiesti da Trump agli europei: i paesi del vecchio continente dovranno destinare al 5 per cento del loro PIL alle spese militari. «Gli Stati Uniti - ha detto - non tollereranno più un rapporto squilibrato che incoraggia la dipendenza: sfidiamo i vostri paesi e i vostri cittadini a raddoppiare gli sforzi e a impegnarsi non solo per le immediate esigenze dell'Ucraina ma anche per gli obiettivi di deterrenza a lungo termine». Si tratta di più del doppio degli stanziamenti assicurati finora, che si aggirano intorno al 2 per cento e ben al di sopra anche del 3 per cento che aveva preventivato il capo dell'Alleanza Mark Rutte. Poco prima di cominciare la riunione, Hegseth aveva dato il tono su X: «La NATO deve essere più forte, non può più essere un club di diplomatici». Chi non è apparso sorpreso dalla netta svolta che gli Stati Uniti intendono imporre agli alleati è stato Elon Musk, evidentemente ben al corrente delle intenzioni di Hegseth a Bruxelles. In uno scambio di battute con un follower - che definiva l'Alleanza come anacronistica - Musk aveva già pronosticato prima del discorso del capo del Pentagono che: «La NATO necessita di una revisione». A dimostrazione che non si tratta di annunci fatti per dare spettacolo, Hegseth ha anche spiegato alla riunione di ieri l’analisi geopolitica di questo reset necessario del funzionamento dell’Alleanza atlantica: gli Stati Uniti ormai devono concentrarsi sull'Indopacifico, perché la sfida più importante è la deterrenza con la Cina. Da qui anche l’intenzione di chiudere in fretta il capitolo della guerra in Ucraina con un dopoguerra che, ha insistito Hegseth, dovrà anche questo essere a carico dell’Europa.Nel suo breve discorso a tinte forti, il capo della Difesa Usa ha giudicato «irrealista» un ritorno dell’Ucraina alle frontiere ante 2014 e anche un’adesione dell’Ucraina alla NATO. Evocando la necessità di una pace veloce per mettere fine «al massacro», e poi dovrà vedersela l'Europa che dovrà assicurare in proporzione «schiacciante» gli aiuti militari e civili a Kiev. Gli europei si sono fatti sentire per bocca dei ministri degli Esteri di Spagna, Germania e Francia, secondo i quali «non ci potrà essere nessuna pace giusta e duratura in Ucraina senza la nostra partecipazione» ai negoziati, come ha sintetizzato il francese Barrot, mentre la tedesca Baerbock e lo spagnolo Bueno hanno ricordato che non ci possono essere accordi di pace «senza l’Ucraina». Dall'Italia, il ministro degli Esteri Tajani ha esortato a «lavorare insieme ed uniti tutti noi europei, con gli Stati Uniti, per riportare la pace nel nostro continente. Una pace giusta e duratura che non cancelli le ragioni dell'Ucraina, un accordo che non sia una tregua provvisoria ma ristabilisca le regole e determini le condizioni per impedire nuove guerre o aggressioni».
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