«Venite da me al paesello, che qui si sta sicuri» si sgolava l’anziana madre di un amico. Telefonava dal Veneto. Due o tre giorni prima che l’epidemia scoppiasse anche dalle sue parti. Abbiamo capito che il morbo non si ferma sulle porte della casa paterna
L’anziana madre di un mio amico si è sgolata per giorni: non partite, c’è il coronavirus, restate in Italia, venite da me al paesello, che qui si sta sicuri. Telefonava dal Veneto, due o tre giorni prima che l’epidemia scoppiasse in Italia in un paio di “paeselli” tali e quali al suo, dalle parti di casa.
È una reazione istintiva, la stessa che ha avuto un signore meridionale da tempo emigrato a Codogno, che alle prime notizie del contagio da coronavirus è tornato in fretta e furia al suo paesino in Irpinia. Solo che i tempi sono cambiati, e lui è stato identificato e messo in quarantena dal sindaco: in quest’Italia messa sottosopra dal virus, sono i meridionali ad alzare cordoni sanitari.Piccolo non è insomma più bello.
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