Il personale medico dell'ospedale di Aprilia lancia un appello alla donna che ha lasciato un bambino di sei mesi in sala d'attesa. La notizia ha suscitato un acceso dibattito e sollevato questioni sulle condizioni igieniche del bambino e sulle posizioni del governo su aborto e maternità.
«Se cambia idea noi siamo qua», questo è l'appello del personale medico dell'ospedale di Aprilia dove il 26 gennaio - come tutta Italia ormai sa - un bambino di sei mesi è stato lasciato in sala d'attesa perché venisse affidato a qualcuno che potesse prendersene cura.
L'appello è rivolto alla donna che lo ha partorito, ma arriva dopo che sono stati resi noti alla stampa particolari legati al bambino, alle sue condizioni igieniche (definite «discutibili») e dopo che addirittura il video delle telecamere di sicurezza che mostra il gesto della donna è stato mandato in onda sulla televisione pubblica e ripreso da giornali e social media. Ne è nato un acceso dibattito, non solo perché ogni volta che si parla di neonati coinvolti in situazioni del genere scatta un certo pietismo (ricordate il caso del bambino lasciato nella culla termica della clinica Mangiagalli di Milano?) ma anche per via delle posizioni del governo su aborto e maternit
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