Arianna abbandonata canta fra i trulli

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A Martina Franca una grande direzione di Luisi per l'opera di Strauss

MARTINA FRANCA . L'Italia dei festival s'è desta, ed è un bene perché di questi tempi pestilenziali, e non solo per il Covid è bene battere un colpo, che l'epidemia non faccia dell'opera la sua ennesima vittima.

Fin qui, in sintesi, la storia. Per quel che riguarda la cronaca, a Martina hanno deciso di presentare i due testi in due serate, e rielaborandoli: "Ariadne" nella versione del '12 ma in italiano, una traduzione di Quirino Principe; "Il borghese gentiluomo" con le musiche di scena di Strauss del '18 ma con Molière-Hofmannsthal sostituito da tre monologhi di Stefano Massini.

Compagna di livello dominata dalla splendida Arianna di Carmela Remigio: nel canto, con fiati interminabili e note gravi corpose ma mai poitriné; in scena, per la nobiltà e l'eleganza della recitazione. Jessica Pratt canta benissimo come al solito, sparando spericolata gli acuti e le agilità richieste. Ma si aggira in scena come una Lucia finita a Nasso invece che a Lammermoor.

"Il borghese gentiluomo" risulta più problematico. Non dal punto di vista musicale, perché l'Orchestra barese dimostra di suonare bene anche senza Luisi sul podio e perché il giovin direttore Michele Spotti non lo fa rimpiangere, mostrando autorevolezza, scatto, buon gusto e un senso raffinato del colore orchestrale: solo il gesto pare talvolta inutilmente enfatico, o effettistico.

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