L'influenza aviaria è una minaccia in crescita a livello globale. Il numero di casi nell'uomo è aumentato significativamente, con segnalazioni da diversi paesi. L'Oms e l'Ema monitorano la situazione con attenzione, sottolineando la necessità di rafforzare la biosicurezza e la sorveglianza. La possibilità di una pandemia è reale, e l'importanza di un piano di risposta efficace è fondamentale.
L'attenzione sul tema dell'influenza aviaria è altissima. L'anno scorso è stato registrato il numero più alto di casi umani dalla sua scoperta nel 2015. Secondo il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità ( Oms ), Tedros Adhanom Ghebreyesus, sono stati segnalati 66 casi negli Stati Uniti, 10 in Cambogia, 2 in Vietnam e uno ciascuno in Australia, Canada e Cina. Questo per un totale di 81 casi a livello globale.
Nel 2025 sono già arrivate le prime segnalazioni, con due casi, tra cui un decesso negli Stati Uniti e un decesso in Cambogia, quasi tutti associati a bovini da latte o pollame infetti. In Italia, al momento non si registrano casi di trasmissione all'uomo, ma secondo i dati di Confagricoltura Veneto, sono stati accertati 11 focolai tra le province di Mantova e di Verona dal 26 dicembre 2024 al 4 gennaio 2025. Gli ultimi quattro focolai, accertati fra il 3 e il 4 gennaio nel Veronese, hanno interessato due allevamenti di tacchini, uno di polli e uno di ovaiole. Il virus H5N1, all'origine dell'influenza aviaria, è particolarmente preoccupante perché, dal momento che sono stati segnalati i primi casi umani nel 2003, ha ucciso quasi la metà di coloro che ha colpito. Fortunatamente, l'H5N1 non ha ancora sviluppato la capacità di trasmettersi facilmente tra gli esseri umani. Ma potrebbe essere solo questione di tempo. Ogni trasmissione da un animale all'altro, o a un essere umano, è un'opportunità per il virus di mutare o di mescolarsi con altri virus influenzali. È quindi fondamentale che non gli venga consentito di diffondersi incontrollato negli animali. L'Oms sta lavorando a stretto contatto con l'Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah) e la Fao in un'ottica 'One Health' per gestire la minaccia H5 a livello globale. L'Agenzia europea del farmaco (Ema) monitora costantemente la situazione globale sul rischio di focolai, insieme all'Oms e al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Steffen Thirstrup, Chief Medical Officer dell'Ema, ha sottolineato che sono ben preparati contro questa possibile pandemia di influenza aviaria perché hanno diversi vaccini già approvati che possono fornire una copertura generale contro l'influenza aviaria, e hanno anche vaccini che possono essere adattati in una situazione di emergenza per rispondere al ceppo specifico di una potenziale pandemia. Questi vaccini possono essere utilizzati negli adulti e nei bambini.
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