Biden potrebbe fare di più, sull’aborto?
Per alcuni Democratici tutto questo non è sufficiente. In un articolo pubblicato sulalcune sue vecchie proposte per rendere più facile l’accesso all’interruzione di gravidanza, fra cui quella di risarcire con fondi federali le donne costrette ad abortire in un altro stato. Warren ha anche proposto di costruire cliniche per l’interruzione di gravidanza su terreni federali, per esempio all’interno dei parchi nazionali, in modo da sottrarli alla legislazione dei singoli stati.
I collaboratori di Biden stanno insistendo molto su questo punto, e hanno fatto notare come i poteri del presidente siano più limitati di quanto si creda: gran parte della legislazione in materia di sanità dipende dai singoli stati e dai tribunali locali.
In una conferenza stampa poche ore dopo la sentenza, Biden ha aggiunto che l’aborto sarebbe stato presente «sulla scheda elettorale, in autunno»: un riferimento alle elezioni di metà mandato, fissate a novembre, in cui verranno rinnovati tutti i seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato. «Dobbiamo eleggere più senatori e deputati che fisseranno nella legge federale i diritti delle donne», ha detto Biden.
L’invito non è stato particolarmente apprezzato dall’ala sinistra del partito. «Non possiamo semplicemente dire alle persone “votate e i vostri problemi scompariranno”», ha detto per esempio la deputata Cori Bush. «Perché ci rispondono che hanno già votato per noi». Diversi parlamentari Democratici della fazione più a sinistra ritengono per esempio che il partito dovrebbe proporre riforme ambiziose per proteggere il diritto all’aborto, a prescindere dalle possibilità che vengano approvate. Queste possibilità in effetti sono ridottissime, dato che per passare la maggior parte delle riforme al Senato servono 60 voti e i Democratici al momento ne hanno 50.