NFT e carbon credits: se il bambù certifica su blockchain la CO2 assorbita | Post di Emanuele Rissone, CEO e fondatore di ForeverBambu | via econopoly24 17giugno --- segui Econopoly - Il Sole 24 Ore
Abbiamo imparato a capire che la versatilità degliè infinita: ma non lo è meno il bambù, pianta negletta per secoli perché considerata infestante e oggi elisir green dalle mille proprietà. Forever Bambù è nata per utlizzare i bambuseti per l’assorbimento delle emissioni delle aziende italiane: ci sembrava illogico compensare le emissioni in Amazzonia per aziende e progetti made in Italy.
leader in Europa per la piantumazione di bambù gigante: ma perché limitarci a coltivare e immagazzinare? Il bambù ha una versatilità tale, che stiamo sperimentando il suo utilizzo nell’intero ciclo di vita: dalla coltivazione, al riutilizzo versatile delle fibre della canna – trasformabili in plastiche green, in fibre tessili e alimentari – all’assorbimento di CO2. CO2, va detto, che ancora per l’Agenzia delle Entrate non ha una sua collocazione: non è un rifiuto e non ha ancora una categoria merceologica definita. Un ambito delicato e tutt’altro che trascurabile, su cui ci stiamo attivando in modo propositivo.
Lo step più nuovo è il varo del primo progetto italiano che certifica in maniera trasparente ed immutabile la compensazione ottenuta nelle sue foreste grazie allaBest Green Innovation ProjectGreen Award al Blockchain Revolution Italian Summit a Trentoper ogni lotto di terreno, comprensivi di informazioni come le coordinate geografiche, l’estensione in ettari e la quantità e il valore di CO2 assorbita da ogni singolo progetto.