Braghin, il condottiero della Pro nel 2012: “Tra due anni celebriamo al Piola l’impresa della B”

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«La mia Pro Vercelli, quella che andò in B, è stata la squadra perfetta». Non ha dubbi Maurizio Braghin, il condottiero dei ragazzi del 10 giugno, che nel 2012 riportò, dopo 64 anni d’attesa, la Pro in cadetteria. «Sono i giorni in cui la mente va a quelle settimane splendide di otto anni fa. Non può essere diversamente - dice l’ex allenatore bianco-. Abbiamo vissuto emozioni uniche, indelebili: siamo partiti per salvarci e alla fine abbiamo scritto la storia, centrando una promozione impensabile». La Pro, partita in sordina, fece l’impresa: «E c’è da dire che quel campionato era veramente tosto: c’erano degli squadroni, che a citarli ancora oggi, vengono i brividi. Un girone in verticale, di extraterrestri, con squadre del Sud come Avellino, Benevento, Taranto, Sorrento, Foggia, tal tifo caldo e dagli obiettivi alti. E’ stato un campionato strepitoso: sembrava già una B, pur essendo serie C. Nessuno a inizio stagione avrebbe scommesso un euro su di noi». Braghin si focalizza sui playoff, sulla cavalcata trionfale della Pro, più forte di tutti e tutto: «Tutto il campionato è stato bello, ma le ultime settimane sono state magiche. Noi entrammo nei playoff da quinti, con un punto in più sul Benevento. In pochi pensavano che potessimo andare avanti, invece siam finiti in B. E gli spareggi per noi sono stati tutt’altro che semplici». Braghin ricorda le espulsioni e gli infortuni: «E’ stato un cammino tutto in salita, e per questo ancora più emozionante. Al Piola contro il Taranto, dove vincemmo 2 a 1 all’ultimo minuto grazie alla doppietta di Espinal, finimmo 9 contro 11. Murante venne espulso, Rosso si infortunò e non avevo più cambi a disposizione. E sbagliammo anche un rigore. A Taranto, davanti a 10 mila persone che ci fischiavano contro, e con tutte le pressioni vissute nel pre gara, non concedemmo nulla ai nostri avversari: una partita perfetta, dove i pugliesi non riuscirono a farci un tiro in porta. E loro, per evitare il fallimento, avrebbero dovuto vincere a t

«La mia Pro Vercelli, quella che andò in B, è stata la squadra perfetta». Non ha dubbi Maurizio Braghin, il condottiero dei ragazzi del 10 giugno, che nel 2012 riportò, dopo 64 anni d’attesa, la Pro in cadetteria. «Sono i giorni in cui la mente va a quelle settimane splendide di otto anni fa. Non può essere diversamente - dice l’ex allenatore bianco-.

Braghin si focalizza sui playoff, sulla cavalcata trionfale della Pro, più forte di tutti e tutto: «Tutto il campionato è stato bello, ma le ultime settimane sono state magiche. Noi entrammo nei playoff da quinti, con un punto in più sul Benevento. In pochi pensavano che potessimo andare avanti, invece siam finiti in B. E gli spareggi per noi sono stati tutt’altro che semplici».

L’ex mister della Pro ricorda tutto di quella finale: «A un minuto dal fischio d’inizio eravamo già in svantaggio di un gol. Fu bravo Modolo a pareggiare poco dopo, al 3’, con un gran colpo di testa, lui che da difensore non segnava mai. Ecco, davanti a quella rete, ho capito che saremmo andati in B. Mi sono detto: “questo è l’anno giusto”, dopo che diverse volte avevo sfiorato la promozione.

Braghin sfoglia ancora l’album dei ricordi: «Quella Pro me la porto sempre nel cuore. Avevo una squadra di ottimi giocatori: di persone vere e genuine, dentro e fuori dal campo. Qualcuno di loro era con me già da diversi anni, altri erano giovani interessanti, alcuni dei quali, Iemmello su tutti, hanno fatto carriera. Mi piacerebbe però che questi ricordi, che anno dopo anno diventano sempre più storici, rivivessero in una grande festa tra due anni.

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