🔸 Calenda al bivio: raccolta firme o Renzi. Più Europa avanti con il Pd. Sono già in molti a puntare il dito contro Letta per la conduzione della trattativa e a prevedere un drammatico redde rationem a urne chiuse.
Della Vedova: “Non è cambiato nulla con il PD, Calenda sapeva interlocuzioni Letta con altri”La parola d’ordine a Largo del Nazareno è quella di non rispondere più alle provocazioni di Carlo Calenda: «Ora avanti con il programma e con i nostri temi».
Ma ora il tempo stringe: nel fine settimana la direzione del Pd approverà il programma del partito, mentre già oggi - dopo la conferma del patto sottoscritto con il Pd da parte della direzione di Più Europa - dovrebbe esserci un nuovo incontro di Letta con Della Vedova, Emma Bonino e Riccardo Magi per ridefinire la quota dei collegi uninominali dopo lo strappo di Calenda: la ripartizione 70\30, senza più Azione, andrà rivista a favore del Pd, e cadrà anche il veto...
Al di là delle polemiche, Calenda ha ora un problema pratico non di poco conto: la divisione con i Radicali di Più Europa lo priva dell’esenzione dalla raccolta delle firme per poter presentare il simbolo entro le ore 16 del 14 agosto. Un’impresa improba, in pochi giorni e con molti certificatori in vacanza, anche per partiti più strutturati e radicati sul territorio di Azione: normalmente si devono presentare dalle 1.
In realtà sembra che Calenda punti all’esenzione da parte del Parlamento europeo, dove è entrato nel 2019 come eletto nelle liste del Pd, perché nel logo del Pd c’era la “sua” scritta Siamo europei. Ma come scrive in pagina Francesco Clementi, Siamo europei non era un contrassegno autonomamente registato.
Renzi, a cui si è unito nei giorni scorsi anche l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, per la formazione di una lista “draghiana” che sia il Terzo polo centrista tanto evocato. Ma Calenda in privato frena, e assicura che non ci sono incontri con Renzi in vista nelle prossime ore. Eppure l’ex premier lascia la porta aperta.
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