🔸 Caro energia e ritardi nelle forniture: doppio colpo per l’industria italiana
Una su cento prima della pandemia, più di 17 oggi. La crescita esponenziale del numero di aziende che segnala nell’insufficienza dei materiali un ostacolo alla produzione è un segnale chiaro dei problemi attuali dell’industria, che solo nel lontano 1988 per questo indicatore aveva vissuto situazioni peggiori.
La corsa a doppia cifra dello scorso anno perde progressivamente vigore per la presenza concomitante di due fenomeni: da un lato la prosecuzione delle strozzature nella, elettronica e non solo, che limita la produzione pur in presenza di ordini rilevanti; dall’altro l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia, un colpo deciso ai margini che in qualche caso arriva persino a non rendere conveniente produrre.
Altro ostacolo, come detto, è legato alle quotazioni delle commodity. Se da un lato i prezzi delle materie prime non energetiche sono attesi calare dai massimi raggiunti nel 2021, pur mantenendosi su livelli medi più elevati rispetto alla fase pre-crisi, costringendo molte imprese a sacrificare i margini, dall’altro rischi geopolitici e maggiore domanda in arrivo potrebbero tenere alta la pressione sui prezzi del gas.
Impatti ben visibili nelle rilevazioni di Prometeia: guardando alla media delle materie prime acquistate dalla manifattura italiana, tra 2020 e 2021 i prezzi sono saliti del 70%. Valori simili sono registrati dalle aziende bresciane, che nelle stime di Confindustria Brescia tra terzo trimestre 2020 e fine 2021 hanno visto i costi in acquisto aumentare del 63%, mentre i prezzi di vendita lievitano del 16%.
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