La giornalista Cecilia Sala ha rilasciato un'intervista dopo la sua liberazione dall'Iran, raccontando le drammatiche condizioni in cui è stata tenuta in prigione.
Una luce al neon sempre accesa, una finestrella posta in alto nel soffitto della cella, impossibile da raggiungere anche solo con lo sguardo. Sono alcuni dei dettagli della sua prigionia in Iran riferiti da Cecilia Sala . 'Avevo perso il senso del tempo, non sapevo più quando era giorno e quando era notte', ha spiegato la giornalista ai familiari, come riportato da Repubblica.
Nella notte tra il 7 e l'8 gennaio dalla prigione di Evin, in Iran, dove ha trascorso 20 giorni in isolamento, senza conoscere l'accusa che le era rivolta e senza ricevere iinviati dall'ambasciata. I contatti con le altre persone erano nulli, tanto che anche il cibo - quasi esclusivamente datteri - le veniva passato attraverso lo spioncino della cella. L'ambasciatrice italiana a Teheran Paola Amadei 'per quasi venti giorni è stato l’unico volto che ho potuto vedere', ha spiegato Cecilia. 'Scusate se non riesco a parlare bene, sono giorni che non parlo con nessuno', ha detto all'arrivo. È stato nella telefonata del 1° gennaio che le condizioni di Sala si sono rivelate in tutta la loro drammaticità. 'Temevo di non reggere più', dice ora. In completo isolamento, senza un letto né i propri occhiali. 'Ho chiesto una Bibbia', racconta. 'Presumevo che potesse essere un libro che ad Evin avevano in inglese, e poi perché comunque la Bibbia è un libro molto lungo', ha spiegato. Durante le telefonate ha rivelato di essere 'costretta a leggere un messaggio. I miei mi facevano delle domande ma io non potevo dire di più perché avevo paura che mi facessero interrompere la conversazione'. La giornalista ha capito di trovarsi davanti a una svolta quando è stata spostata in una cella più grande e le sono stati restituiti gli occhiali. 'Ero insieme a una donna iraniana che non parlava una parola di inglese, quindi indicavamo gli oggetti nella stanza, lei ne diceva il nome in farsi e io in inglese'. Le è stato consentito di fare una nuova telefonata e le è stato portato il romanzo di Haruki Murakami 'Kafka sulla spiaggia'
Cecilia Sala Iran Prigione Isolamento Ambasciata
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