Lo scontro tra Conceiçao e Inzaghi nella finale di Champions League è segnato da una storia lunga e controversa, che risale al leggendario scudetto laziale del 2000. Tra i due tecnici c'è un'antica rivalità, alimentata da un ultimo incontro in Champions League segnato da tensione e un gesto di mancanza di rispetto da parte di Conceiçao.
«Sergio Conceiçao? Sarà un piacere ritrovarlo e sfidarlo ancora. Abbiamo passato insieme una stagione indimenticabile». Sulla strada di Simone Inzaghi si profila l'ombra di un vecchio compagno del leggendario scudetto laziale del 2000, ma anche di un avversario a cui non ha mai fatto sconti.
A Sergio Conceiçao restò l'urlo strozzato in gola e per uno fumantino come lui non dev'essere stato facile assorbire il colpo. Adesso ha l'occasione per rifarsi, ma dovrà fare i conti anche con un altro ex compagno di strada, quel Mehdi Taremi che dal Porto è passato in nerazzurro e rimpiazzerà con ogni probabilità Marcus Thuram, fuori uso per la finale.
A partire dal 13 settembre 1998, curiosamente la data di esordio in serie A per entrambi: il portoghese appena approdato alla Lazio e Inzaghino lanciato dal Piacenza. Fu proprio l'attuale tecnico interista, infatti, a guastare la prima di Conceiçao, segnando il gol del pareggio emiliano all'87', rispondendo a Stankovic.
Non solo, ma tre stagioni dopo, con Sergio passato in maglia nerazzurra e Simone in biancoceleste, fu proprio Inzaghi a segnare il gol tombale del 4-2 con cui la Lazio spense i sogni scudetto nerazzurri nel fatale 5 maggio. Per fortuna tra i due c'è anche stata l'indimenticabile cavalcata tricolore con la Lazio di Eriksson.
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