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Coronavirus, dopo lo stop alle imprese per i lavoratori cig o ferie forzate?

ROMA. E adesso cosa succede? Cosa succede ai lavoratori e agli addetti delle imprese che devono fermare la loro attività? Le strade possibili sono due: cassa integrazione o ferie e riposi, più o meno concordati. Tutti i grandi gruppi da giorni hanno già fermato le macchine e avviato la cig, tante altre lo faranno per effetto dell’ultimo Dpcm firmato domenica sera da Conte.

Il protocollo condiviso arrivato una settimana dopo però ha dato una indicazione diversa. Però è bene ricordare che in base alla legge l’ultima parola sulla concessione o meno delle ferie spetta sempre all’azienda, tenuto conto delle esigenze produttive da un lato e di quelle personali dei dipendenti dall’altro. In condizioni normali è l’azienda a comunicare preventivamente il periodo in cui i lavoratori possono assentarsi dal lavoro.

In ragione di fatti eccezionali come il Coronavirus il datore di lavoro, spiegano gli esperti di leggi.it, può imporre le ferie a tutti i dipendenti dell’azienda, proprio in virtù delle esigenze produttive ed organizzative determinate dalla situazione di emergenza nazionale legata alla diffusione del virus, richiamate dal Dpcm dell’11 marzo.

Non sono naturalmente escluse modifiche successive rispetto al periodo di ferie “forzate” inizialmente comunicato, purché le stesse vengano comunicate con un congruo preavviso, ad esempio sette giorni.Il dipendente non può rifiutarsi di essere collocato in ferie. E rispetto alla decisione dell’azienda può solo fare opposizione con un documento scritto ma questo sarà completamente ininfluente.

Molti contratti collettivi prevedono apposite sanzioni per i dipendenti che svolgono la propria attività con negligenza ovvero senza rispettare le direttive impartite dall’azienda o dal proprio responsabile. Naturalmente, la sanzione è proporzionata alla gravità del fatto compiuto. l dipendente posto forzatamente in ferie potrebbe, anziché rifiutarsi di non poter lavorare, chiedere in forma scritta che i periodi di assenza gli vengano considerati come ore di permessi .

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