A i lavoratori della Lombardia e delle 14 province della zona arancione potrebbe essere chiesto di mettersi in ferie oppure in congedo obbligatorio fino al 3 aprile
«Si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie».
Ai lavoratori della zona arancione dunque si potrebbero presentare di fronte due possibilità: lo smart working oppure l’invito a mettersi in congedo o ferie eventualmente fino al 3 aprile. Nella “peggiore” delle ipotesi potrebbe trattarsi di 4 settimane di ferie che per la stragrande maggioranza dei lavoratori significherebbe esaurire tutte le ferie dell’anno.
Lo smart working può essere svolto, come previsto dalla legge, non solo dalla propria abitazione, ma anche in sedi alternative. Dalle società di consulenza alle banche, passando dall’Ict e dal mondo delle assicurazioni, diverse aziende hanno iniziato già da due settimane a utilizzare il lavoro agile, mentre altre che già lo prevedevano sono passate da un giorno a settimana al 100%.
Difficile da applicare invece ai tanti lavoratori - che dalle pulizie alla ristorazione - che svolgono attività in presenza. «Molti di questi - spiegano dalla Fisascat Cisl di Milano - nell'incertezza generale sono stati invitati nei primi giorni dopo l’emergenza a mettersi in ferie o a prendere permessi retribuiti». Ora nel nuovo decreto del Governo viene messa nero su bianco la raccomandazione di congedi e ferie.
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