Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha annunciato che la nomina del successore di Ernesto Maria Ruffini, dimessosi da direttore dell'Agenzia delle Entrate, avverrà nelle prossime settimane, possibilmente prima di Natale. Due candidati emergono come principali contendenti: Vincenzo Carbone, attuale vicedirettore Capo Divisione Contribuenti, e Luigi Vinciguerra, generale della Guardia di Finanza. La scelta finale dipenderà dai rapporti di forza politici all'interno della maggioranza.
Il viceministro dell’ Economia , Maurizio Leo (Fratelli d’Italia), ha detto che il successore di Ernesto Maria Ruffini , dimessosi dalla guida dell’Agenzia delle Entrate, sarà scelto quanto prima, possibilmente prima di Natale.
Al momento sembra una corsa a due: uno è Vincenzo Carbone, l’attuale vicedirettore Capo Divisione Contribuenti, designato pochi mesi fa dallo stesso Ruffini, che ne ha premiato i trenta anni di carriera nell’Agenzia, dove ha saputo farsi apprezzare nei molti ruoli ricoperti, sia sul territorio sia a Roma. Carbone vanta anche un forte legame con Leo, che però dovrà condividere la scelta con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (Lega). E qui spunta l’altro candidato per la nomina a direttore dell’Agenzia delle Entrate: Luigi Vinciguerra, generale della Guardia di Finanza, attualmente capo del terzo reparto operazioni del Comando generale. Anche Vinciguerra è una figura molto apprezzata, in particolare da Giorgetti. Forse l’unico ostacolo sulla sua strada verso il vertice dell’Agenzia è il precedente del generale Antonino Maggiore, che fu nominato a capo dell’Agenzia nel 2018, proprio in sostituzione di Ruffini ('cacciato' su mandato della Lega) dal primo governo Conte, e che durò nella carica appena 15 mesi, dopo di ché il governo Conte bis fu costretto a richiamare in servizio proprio Ruffini. La nomina insomma, anche se ristretta a candidature tecniche, sarà il frutto dei rapporti di forza politici nella maggioranza. Da un lato il nuovo direttore dell’Agenzia dovrà andare d’accordo con Leo, che ha la delega per la riforma del Fisco, dall’altra però Giorgetti sembra intenzionato a far valere il suo ruolo di ministro, che finora ha 'coperto' Leo anche rispetto a qualche incidente di percorso, dal caso Redditometro (riattivato e poi cancellato) a quello delle Pec inviate alle partite Iva (minatorie, secondo la Lega) per convincerle ad aderire al concordato preventivo biennal
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