Così i beni confiscati alla mafia vengono schiacciati dal “costo della legalità”. Tra i boss e il “muro di gomma” dello Stato: il report
per un debito presunto di circa 27.300 euro: un’inezia, rispetto ai flussi di fatturato complessivi, 1,2 miliardi di euro l’anno! Peraltro si tratterebbe di un debito contratto, dunque nemmeno riconducibile all’amministrazione giudiziaria. Ma l’Eni è irremovibile, il tribunale inflessibile e l’azienda vienedell’azienda, che organizzano un presidio permanente di fronte allaper sei mesi.
Ad evitare il fallimento è stato proprio Sudano , che “ha pagato duramente l’impegno a fianco della Calcestruzzi Ericina sul cui destino s’erano scatenati gli appetiti di Cosa Nostra”. Nel 2003, come detto, il prefetto vennela Procura di Trapani riconobbe il risultato delle forti e illecite pressioni esercitate dall’allora