Cosa non torna nel discorso sul nucleare di Calenda e Bonino

Il prossimo Parlamento avrà forse una maggioranza disposta a riconsiderare la scelta del nucleare. Ma occorre rigore e serietà. Il nucleare che serve è quello che può cambiare il mix energetico italiano già nel 2030 e 2040 – di uminopoli

occorre “finanziare la ricerca”

Pur confessando una benevola diversità dall’altro leader di Azione, Carlo Calenda, che sarebbe, a suo dire, “per l’atomo tout court” una sorta di escamotage: alludere a un nucleare futuro, indistinto e senza tempo, per evitare di fare i conti con la realtà, con quello esistente parlare per l’Italia di finanziamenti alla ricerca nucleare significherebbe, comunque, un avanzamento

L’Italia deve decidere se e come rientrare non in un’astratta ricerca nucleare, ma nella concreta e presente realtà delle centrali nucleari in costruzione oggi, nei prototipi e modelli di impianti di nuova concezione, di varia tipologia e tempi di sviluppo, su cui in Europa e nel mondo si è nella fase della realizzazioneAnzi, fosse solo per la ricerca, nonostante i referendum, l’Italia non è nemmeno messa male.

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