Il terremoto di ieri mattina ai Campi Flegrei si è aggiunto a una serie di terremoti, per la maggior parte deboli e poco percettibili dalle persone, che era iniziata nel 2005 ed è dovuta al progressivo sollevamento del suolo dell’intera area vulcanica:
che ha avuto origine a 3 chilometri di profondità sotto ai Campi Flegrei, la grande area vulcanica a nord-ovest della città di Napoli e del suo golfo. Non ci sono stati danni nei centri abitati vicini, a partire da Pozzuoli, ma è stato comunque un terremoto degno di nota perché insieme a un altro della stessa magnitudo registrato nel marzo del 2022 è stato il più forte nella zona dal biennio 1982-1984, quando in alcuni mesi ci furono più di 1.
Ci sono varie teorie sulle ragioni del sollevamento, che nel gergo degli scienziati che studiano i Campi Flegrei è detto “bradisismo”. Quella principale è che il magma che si trova in profonditàche a sua volta starebbe riscaldando le rocce che dividono lo stesso magma dal suolo, creando delle deformazioni del terreno, causando i terremoti e un’attività più intensa delle fumarole.
Il 9 giugno un gruppo di scienziati internazionale di cui fanno parte anche dei membri dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicatoa proposito della possibilità che i movimenti della caldera arrivino a una rottura della sua crosta, cioè dello strato più superficiale.
Lo stato di allerta per la Protezione Civile è “giallo” per via dei terremoti, non perché si tema un’eruzione.
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