Un terzo dei nuovi contratti dura meno di un mese. Crollo degli autonomi: 50 mila in meno
Il 2021 è stato per l’ occupazione piemontese un anno nel complesso favorevole anche se gravato da situazioni di difficoltà e nodi, come la precarietà, che generano incertezza e alimentano nuove povertà. Nei primi dieci mesi del 2021 sono stati creati 26.655 nuovi posti di lavoro alle dipendenze: molti più di quelli creati nel 2020 ma anche di quelli creati nell’analogo periodo del 2019 .
Una quota consistente di lavoratori ha potuto tornare al lavoro dopo aver usufruito della cassa integrazione guadagni. In Piemonte a novembre sono state autorizzate dall’Inps 8,2 milioni di ore: rispetto a ottobre sono aumentate del 14%, per effetto di una domanda crescente da parte delle aziende manifatturiere. Si tratta nel complesso di valori da non trascurare ma contenuti se paragonati ai picchi ottenuti nella prima metà dell’anno e nel corso del 2020.
La bontà del dato riferito ai nuovi posti di lavoro creati nei primi dieci mesi del 2021 è offuscata dall’eccessiva precarietà delle assunzioni avvenuta per più dell’85% con contratti a tempo determinato di durata molto variabile. In generale, l’Inps evidenzia che nel terzo trimestre 2021 il 31% dei contratti a tempo dura meno di 30 giorni; il 31% da due a sei mesi e solo lo 0,6% ha durata superiore a un anno.
La creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani, infine, deve servire anche a ridurre l’invecchiamento della forza lavoro. Basta ricordare al riguardo che nel 2020 la quota di occupati alle dipendenze con più di 50 anni è più che doppia rispetto a quella dei 15-29enni .