Il Ministro della Difesa Guido Crosetto in un'intervista al Foglio sottolinea l'importanza di una Nato con targa europea, soprattutto in vista dell'ascesa di Donald Trump e il ridimensionamento del ruolo americano nel mondo. L'Ue dovrebbe aumentare le spese per la difesa per essere più autonoma nell'affrontare le crisi nel Mediterraneo e in generale nel mondo. Crosetto ritiene che l'Italia debba impegnarsi di più nella difesa, aumentando le spese per raggiungere il target del due per cento del PIL.
La difesa europea dovrà essere qualcosa come la difesa Nato . Ma, come si sa, la Nato non è uno stato. La Nato è un’alleanza – politica e diplomatica, non dimentichiamolo, non solo militare – e un luogo nel quale si studiano delle modalità con cui fare interoperare difese di paesi diversi.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in una intervista al direttore del Foglio Claudio Cerasa, lo dice chiaramente: serve una Nato con targa europea, soprattutto nell’era Trump, in cui l’Ue, potrebbe trovarsi “molto più sola nel gestire i conflitti nell’area del Mar Mediterraneo”. Nel giorno dell’insediamento alla Casa Bianca del presidente eletto Usa Donald Trump, Crosetto sottolinea come l’Ue debba aumentare le spese della Difesa non solo perché lo chiede Trump, ma perché “pensiamo che la sicurezza, la difesa, e anche la deterrenza, siano fondamentali per tenere in piedi una democrazia in un mondo sempre più competitivo”. Il ministro della Difesa sottolinea che con l’era Trump “cambierà il modo in cui si intenderà il concetto di difenderci tutti insieme”. Su legge sul Foglio: “La difesa comune è un concetto nobile, certo, ma non significa che gli Stati Uniti difenderanno tutti a prescindere da quello che faranno i suoi alleati. Non più. Ci sono degli accordi. Degli obblighi. E quegli obblighi ora, con Trump, varranno di più. Lui non farà sconti, non farà finta di non vedere. Trump è molte cose insieme, ma è soprattutto un uomo e un presidente pragmatico. E un pragmatico non può non puntare alla sostanza delle cose. Ovvero: all'aspetto economico”. Crosetto ritiene che nell’era Trump l’Ue possa trovarsi ad essere molto più responsabilizzata nella gestione delle crisi nel Mar Mediterraneo. “Nel caso in cui Trump decidesse che la sua priorità è l’Indo-Pacifico, e/o la Cina, sarebbe cruciale avere una capacità autonoma di occuparsi di Mediterraneo, Europa, o del vicino russo, perché magari potremmo essere lasciati molto più soli di quanto siamo stati finora” dice Crosetto, secondo cui Trump, che è pragmatico, “ha come tema principale, e avrà sempre di più come tema principale, la competizione con la Cina”. Per Crosetto, ad esempio, c’è il rischio che l’Iran si avvicini al Mediterraneo arrivando in Libia o in altri paesi limitrofi. “Chiaramente ci sono luoghi dove è più facile far radicare movimenti eversivi o terroristici. Penso alla Libia, dove comunque non c’è ancora un assetto stabile, ma penso anche ai movimenti che oggi scuotono la maggior parte degli stati africani e le loro istituzioni, già fragili. Dove c’è un vuoto può nascere un problema, può nascere una guerra, si può sedimentare odio, si generano fughe e processi migratori di massa, instabilità diffusa” sostiene Crosetto. Parlando dell’attuale Nato, Crosetto ribadisce che Trump non accetterà che altri Paesi della Nato si impegnino meno economicamente nella Difesa comune. “Se io spendo il 3-4% del mio pil per difendere un'alleanza, come la Nato, e lo faccio da 70 anni, nella logica di un pragmatico è inaccettabile che ci sia qualcuno che ci mette di meno e che pensa di potersi difendere facendo leva sugli investimenti degli altri. Tanto più che adesso, in questi decenni, altri attori, nuovi e pericolosi, si sono affacciati sulla scena internazionale. Attori con cui stiamo andando in competizione e da soli in tale competizione non ci si può difendere. Questo significa non solo investire di più, ma migliorare in tutto la difesa” afferma il ministro. Perché l’Italia allora non ha avuto il coraggio, anche con questo governo, di aumentare le spese per la difesa? Il target del due per cento è lontano: il 2024 si è chiuso con una percentuale dell’1,57% del Pil investito in difesa. Crosetto parla di “un problema di scelta politica contingente, ma generale, e non specifico, che riguarda il bilancio dello stato, nel suo insieme. Stante le regole europee e il Patto di stabilità, l’aumento della spesa della difesa dovrebbe diventare un taglio di altre spese”. Secondo Crosetto, con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, non cambieranno i rapporti tra Usa e Italia. “Cambierà probabilmente l'assertività con cui gli Stati Uniti chiederanno il rispetto degli accordi che abbiamo firmato, sottoscritto, accettato. Da 75 anni, governo De Gasperi in poi, gli altri a seguire’' dice Crosetto. Per quanto riguarda l'Ucraina, Crosetto sottolinea che 'è chiaro che l’Ucraina in qualche modo non possa essere abbandonata al suo destino, ma il modo con cui arrivare alla pace non è secondario'. 'Il paletto cruciale, imprescindibile, è che tu non puoi consentire ad uno stato di occupare il territorio di un altro stato perché lo ha deciso da solo, dal mattino alla sera, e accettare questa cosa come se fosse normale, quasi scontata. C'è che ha preso per vera la favoletta della russofonia: una stupidaggine colossale. Anche perché lo stesso Zelensky parlava meglio russo che ucraino'.
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