Il procuratore capo di Catanzaro aveva parlato in un’intervista di «politici non credibili, in passato magistrati non degni».
Che Luca Palamara, già membro del Consiglio Superiore della Magistratura e presidente della Commissione che si occupava delle proposte di nomina dei capi degli uffici giudiziari - al centro dell’inchiesta della procura di Perugia in cui è indagato per corruzione - non fosse persona «amica» del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, lo si sapeva da tempo nei palazzi di giustizia italiani.
Il 12 aprile del 2018, alle 18,13 ad esempio, Palamara invia a Massimo Forciniti, già membro del Consiglio ed ex presidente del Tribunale penale di Catanzaro, un messaggio in cui inoltra un link relativo ad alcune dichiarazioni rese da Gratteri a. Titolo: «La Calabria è in guerra». Gratteri aveva parlato di «politici non credibili, in passato magistrati non degni.
Palamara in tv: “Non ho inventato io il sistema delle correnti, i politici non incidono sulle nomine del Csm”Agli atti figura un ulteriore inoltro del link stavolta al procuratore aggiunto Giuseppe Bombardieri, già vice di Gratteri a Catanzaro. Che replica con un emoticons sorridente accompagnati dal testo: «Le solite cazzate». Replica Palamara: «Sta diventando patetico».
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