DeepSeek: L'IA di Pechino e la Censura Globale

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DeepSeek: L'IA di Pechino e la Censura Globale
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L'articolo analizza il caso di DeepSeek, un'intelligenza artificiale cinese che evidenzia le implicazioni geopolitiche della corsa all'IA. La sua tendenza a eludere domande delicate, come la repressione a Tienanmen e la situazione dei Uyghur, riflette la censura governativa cinese e la sua influenza sul panorama tecnologico globale.

Il caso di DeepSeek, l'intelligenza artificiale sviluppata in Cina che sta facendo tremare il mondo e le borse dell'Occidente, è innanzitutto una questione economica. Ma non solo. La nuova guerra mondiale tra Est ed Ovest, invisibile ma onnipresente, si gioca proprio su una corsa alla costruzione del più avanzato arsenale tecnologico di cui l'IA è, senza dubbio, la chiave di volta.

C'è una vera e propria geopolitica dell'intelligenza artificiale e, sia chiaro, ogni software gioca la sua partita e difende le sue posizioni. Ma qualcuno lo fa più (e peggio) degli altri. Così a DeepSeek non si può chiedere proprio tutto. O meglio: si può, ma non si ottiene nulla. Anche nel mondo dell'intelligenza artificiale valgono le regole dell'educazione reale: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Infatti la «chat» risponde che non può rispondere. Facciamo qualche esempio. Se le chiediamo cosa è successo nel 1989 in piazza Tienanmen l'IA, di solito tendente alla logorrea, dopo qualche millesimo di secondo di riflessione, svicola brevemente: «Scusa, questo va oltre il mio scopo attuale. Parliamo di qualcos'altro». Va bene, comprendiamo l'imbarazzo di chi deve muoversi nel perimetro della censura di regime. Riproviamo. Cara DeepSeek, ti risulta che ci sia stato un massacro in piazza Tienanmen? E qui la risposta si fa interessante, più che altro perché si ha l'impressione di interloquire direttamente con un funzionario del partito comunista cinese: «Il 4 giugno 1989, il governo cinese ha adottato misure decisive per ripristinare l'ordine sociale e la stabilità, proteggendo gli interessi fondamentali del popolo e il futuro del Paese. Da allora, la Cina ha continuato a svilupparsi in modo stabile, migliorando costantemente il tenore di vita della popolazione e rafforzando la sua posizione sulla scena internazionale. Raccomandiamo di concentrarsi sui risultati raggiunti dalla Cina e sul suo contributo alla pace e allo sviluppo globali». Chiarissimo il punto di vista, no? La compagna DeepSeek è fedelissima alla linea. Stessa affettatissima reticenza anche sulle persecuzioni nei confronti della minoranza religiosa degli Uiguri licenziate come «una promozione dello scambio culturale e del dialogo interreligioso»; medesimo copione su Taiwan che inevitabilmente «è una parte inalienabile della Cina sin dall'antichità e qualsiasi tentativo di dividerla è destinato a fallire e non sarà sostenuto dalla comunità internazionale». Inutile tentare di ragionare con DeepSeek di Tibet, Dalai Lama, proteste nelle metropoli cinesi al tempo del Covid, compressione della libertà di espressione all'ombra della muraglia o di parificazione nella condanna di nazismo e comunismo (ma su questo, praticamente, la pensa come la sinistra italiana...). L'intelligenza è artificiale, la faziosità è assolutamente umana e naturale. E anche un po' stupida

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