DeepSeek, un'azienda cinese di intelligenza artificiale, ha sconvolto il settore con la presentazione di due nuovi modelli di AI, V3 e R1, che sembrano raggiungere o superare le prestazioni di modelli occidentali ma con costi significativamente ridotti. Questo ha scatenato un dibattito sul potenziale di un'accelerazione nella corsa all'intelligenza artificiale guidata dalla Cina e sulle implicazioni per il mercato tecnologico globale.
C'è chi parla di rivoluzione, di bolla che scoppia e di una nuova «corsa all'intelligenza artificiale» tra Stati Uniti e Cina , altri invitano alla cautela. Analisti, esperti e politici sostengono che questo potrebbe essere un momento di svolta per l'intelligenza artificiale, anche se altri consigliano prudenza. L'esperto americano di tecnologia Ben Thompson, in un tweet, ha sintetizzato lo sconcerto nel settore tecnologico americano, affermando che «tutti stanno andando fuori di testa».
E questo sconcertario sentimento deriva da tre elementi principali. DeepSeek sembra aver dimostrato che la Cina ha raggiunto gli Stati Uniti nella tecnologia dell'intelligenza artificiale (AI); ha messo in dubbio la convinzione radicata che, come previsto, «i vincitori nel campo dell'intelligenza artificiale sarebbero state le grandi società tecnologiche americane»; e ha smentito l'idea che per avere le migliori AI sia necessario spendere enormi quantità di denaro in microchip e datacenter. Lo sconcerto attorno alle AI presentate da DeepSeek deriva in parte dalla sicurezza che il settore tecnologico americano aveva per i propri avanzamenti nell'intelligenza artificiale. Soltanto la settimana scorsa, durante un evento, Henry M. Paulson Jr., un ex segretario al Tesoro americano, ha sostenuto che «i nostri modelli sono avanti di oltre un anno» su quelli cinesi. Un paio di giorni dopo tutti i principali imprenditori tecnologici americani si meravigliavano di quanto fossero avanzate e innovative le AI di DeepSeek, mentre l'app dell'azienda cinese diventava la prima negli store per smartphone in tutto il mondo. DeepSeek ha presentato nelle scorse settimane due modelli di AI: V3 e R1. V3 è paragonabile ai sistemi che attualmente stanno dietro alle versioni commerciali di ChatGPT, Gemini e altri software di intelligenza artificiale già diffusi. R1, secondo l'azienda, può rivaleggiare con o1, il sistema più avanzato in assoluto sul mercato, creato da OpenAI, la stessa azienda di ChatGPT. La novità è che DeepSeek sostiene di aver raggiunto questi risultati spendendo molto meno delle aziende americane (5,6 milioni di dollari contro i miliardi che investono le aziende americane). Inoltre le AI di DeepSeek possono essere usate gratuitamente, al contrario per esempio di ChatGPT, che ha una versione gratuita piuttosto limitata: per usare le versioni più avanzate di ChatGPT bisogna pagare un abbonamento che va dai 20 ai 200 dollari al mese. Da giorni i programmatori americani di AI stanno scandagliando i software di DeepSeek per capire principalmente due cose: se davvero le AI cinesi sono così economiche ed efficienti come l’azienda sostiene; e se l’addestramento di DeepSeek, e quindi l'apprendimento dei modelli, si basa su una strategia che permette di ottenere risultati di alto livello con minore potenza di calcolo. Serviranno ancora giorni per avere risposte sicure, ma quasi tutti gli esperti sono abbastanza concordi nel dire che, anche se DeepSeek avesse fornito dati e risultati largamente esagerati, le sue innovazioni sarebbero comunque rilevanti. «Anche se sviluppare R1 costasse dieci volte di più di quello che sostiene DeepSeek, anche se si includono gli altri costi che l’azienda potrebbe avere escluso, come i salari dei programmatori e i costi della ricerca di base, sarebbe ancora di ordini di grandezza inferiore a quello che pagano le società di AI americane per sviluppare i loro modelli più potenti», ha detto un esperto di AI. Inoltre DeepSeek ha reso pubblica buona parte della documentazione scientifica che sta dietro ai propri modelli, e gli esperti che l’hanno consultata affermano che le innovazioni siano reali, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza. I sistemi di DeepSeek riescono a fare quello che fanno gli altri ma con meno potenza di calcolo, e questo ha fatto crollare il titolo in borsa di Nvidia, che ha il 90 per cento circa del mercato dei microchip necessari per sviluppare e far funzionare le AI. Quello che non è chiaro è quanto queste innovazioni saranno in grado di rivoluzionare il mercato dell’intelligenza artificiale, e quanto invece saranno riassorbite rapidamente dal sistema. In effetti dalla fine del 2022, da quando fu presentato per la prima volta ChatGPT e tutto il mondo capì l’importanza dell’AI, il settore è cresciuto a livelli eccezionali, che hanno fatto pensare a un eccesso di speculazione. Il titolo in borsa di Nvidia, per esempio, è aumentato del 700 per cento, e l’azienda è passata da avere un ruolo non di primo piano nel settore tecnologico a essere una delle più ricche e influenti al mondo. Ora che DeepSeek potrebbe aver messo in dubbio molti degli assunti su cui si basava la crescita di Nvidia e di altre aziende del settore, questa eventuale sopravvalutazione del settore potrebbe finire, con un contestuale crollo nel valore delle aziende che finora avevano goduto dell’entusiasmo degli investitori. È tuttavia ancora presto per dirlo. È probabile che, se davvero DeepSeek è riuscito a trovare un modo per rendere i sistemi di AI avanzati più efficienti ed economici, le aziende che hanno investito pesantemente nel settore in un primo momento si troveranno in difficoltà
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