La Dichiarazione di Milano, firmata da oltre mille scienziati, è un appello urgente all'umanità a rilanciare la scienza come strumento per affrontare le sfide globali. In un contesto di incertezza politica e crescenti tendenze antiscientifiche, l'appello sottolinea la necessità di un impegno rinnovato per la ricerca scientifica, in particolare in campo dello sviluppo sostenibile.
La Dichiarazione di Milano, a cui hanno aderito oltre mille scienziati da tutto il mondo, tra cui 55 Premi Nobel e 50 istituzioni scientifiche e culturali, tra le quali la Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare, è un appello urgente all'umanità. Si presenta in un momento di grande incertezza politica, in cui l'attuale Presidente degli Stati Uniti, Paese leader della ricerca mondiale, ha espresso posizioni sempre più critiche nei confronti della scienza.
L'Europa, sebbene non adotti posizioni politiche così esplicitamente antiscientifiche, è attraversata da tendenze antiscientifiche radicate che la politica sfrutta per ottenere consenso elettorale a basso costo. Paradossalmente, sono i Paesi con minore tradizione nella ricerca scientifica ad esprimere minori dubbi sulla sua importanza e maggiore supporto, e Cina, insieme con molti Paesi emergenti dell'estremo oriente, sta rapidamente diventando uno dei maggiori attori nel panorama della scienza internazionale. La Dichiarazione sottolinea la necessità di un rinnovato impegno per la scienza, in particolare nel campo dello sviluppo sostenibile, e sottolinea che la maggiore responsabilità ricade sui Paesi più ricchi e con maggiore tradizione scientifica. Fino ad oggi abbiamo goduto dei benefici della tecnologia, che deriva dalla ricerca scientifica, preoccupandoci troppo poco dei suoi effetti collaterali, nonostante gli avvertimenti della comunità scientifica; ma oggi i problemi derivanti dall'inquinamento ambientale, dal cambiamento climatico, dallo spettro dell'esaurimento dei combustibili fossili, dallo sviluppo di nuovi microorganismi patogeni resistenti agli agenti terapeutici disponibili, hanno raggiunto dimensioni catastrofiche, e, se la ricerca scientifica non sarà in grado di trovare soluzioni praticabili, dobbiamo aspettarci continui disastri. La scienza ha contribuito in modo significativo al sostentamento alimentare dell'umanità, alle conquiste in termini di igiene e sanità pubblica che hanno allungato la nostra vita, e l'intera nostra civiltà dipendono da un uso crescente di risorse energetiche, in assenza delle quali la nostra civiltà si dissolverebbe in un attimo. Possiamo soltanto andare avanti cercando di evitare ulteriori danni e di promuovere un uso responsabile della scienza per il bene dell'umanità
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