Il rapporto Oxfam 'Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata' evidenzia la crescente disparità di ricchezza in Italia, con i Paperoni che accumulano miliardi mentre milioni di persone vivono in povertà assoluta.
Nel 2024, la ricchezza dei Paperoni italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro, raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi detenuto da 71 individui. Questo aumento rappresenta un incremento di 166 milioni di euro al giorno.
Tuttavia, questo quadro di prosperità si contrappone a un'allarmante situazione di povertà assoluta, che nel 2023 ha mantenuto un livello stabile rispetto all'anno precedente, ma ha visto oltre 2,2 milioni di famiglie, per un totale di 5,7 milioni di persone, vivere in condizioni di estrema difficoltà. Il 5% più ricco delle famiglie detiene il 47,7% della ricchezza nazionale. Questo scenario è descritto da Oxfam nel suo rapporto 'Diseguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata', pubblicato in occasione del Forum economico mondiale di Davos. Il rapporto evidenzia un'accelerazione, a livello mondiale, del divario tra le ricchezze dei miliardari e i poveri. La sezione italiana, intitolata 'Disuguitalia', illustra un Paese dove, a metà del 2024, il 10% dei nuclei familiari più ricchi possedeva otto volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie, un rapporto che era pari a 6,3 solo 14 anni fa. Questo divario crescente si riflette nell'aumento della quota di ricchezza del top-10% delle famiglie sul totale, che è passata dal 52,5% al 59,7% tra dicembre 2010 e giugno 2024, mentre la quota detenuta dal 50% più povero si è contratta di quasi un punto percentuale, passando dall'8,3% al 7,4%. Oxfam osserva che la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi netti equivalenti in Italia ha registrato un lieve miglioramento nel 2022 rispetto al 2021, comunque insufficiente per migliorare la 20esima posizione dell'Italia fra i 27 Paesi Ue per il profilo meno egalitario nella distribuzione dei redditi. Inoltre, l'andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 non ha comportato una riduzione dell'incidenza della povertà assoluta, ostacolata dall'impatto dell'inflazione ancora elevata e con effetti più marcati sulle famiglie meno abbienti. Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia economica di Oxfam Italia, sottolinea che: la ripresa dell'occupazione post-pandemia, con un tasso di occupazione al 62,4% trainato dall'occupazione over-50 e una disoccupazione ai minimi storici al 5,7% anche grazie all'aumento degli inattivi, non deve distogliere l'attenzione dai problemi strutturali del mercato del lavoro nazionale. Maslennikov evidenzia la necessità di affrontare forti squilibri territoriali, forti ritardi occupazionali nei confronti dell'Ue, e la persistente sotto-occupazione di giovani e donne.A fare da contraltare alla dinamica occupazionale positiva è la questione salariale: il mercato del lavoro italiano è infatti contraddistinto da una moderazione salariale di lungo corso: il salario medio annuale reale è rimasto pressoché invariato negli ultimi trent'anni. Oxfam chiede quindi un cambio di rotta in Italia a partire da politiche di contrasto alla povertà a vocazione universale, garantendo la possibilità di accedere a uno schema di reddito minimo a chiunque si trovi in difficoltà. Inoltre, si richiede maggiore equità del sistema fiscale, mettendo fine ai condoni e iniziando una serrata lotta all'evasione fiscale, introducendo una generale ricomposizione del prelievo, un'imposta progressiva sui grandi patrimoni, e aumentando il prelievo sulle grandi successioni e introducendo condizionalità nell'accesso delle imprese agli incentivi pubblici. Infine, Oxfam propone politiche a sostegno del lavoro dignitoso, ad esempio disincentivando l'utilizzo dei contratti non standard e introducendo un salario minimo legale
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