Donne ma anche tanti uomini e studenti arrivati da diverse città hanno invaso le strade di Milano per dire basta ai femminicidi
«Sono qui perché non sopporto la cultura del possesso». A parlare è Lorenzo, 20 anni, studente d'informatica, macchina fotografica al collo e zaino sulle spalle, è arrivato da Como in piazza Oberdan, dove partito il corteo. «Era importante esserci, non è il primo anno che vengo e non smetterò di farlo perché dobbiamo far sentire la nostra voce. Ho finito le lezioni all'università e sono venuto qui».
Un anno dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, più di 100 donne sono state uccise, l'educazione affettiva non è entrata nelle scuole, i centri antiviolenza continuano ad avere fondi non sufficienti. «Io sono qui con i miei studenti e le mie studentesse», racconta Lucia mentre il corteo fucsia supera piazza San Babila. «Mi hanno detto “prof, vieni con noi questa sera” e io sono qui.
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