L'ex dirigente in Einaudi e Mondadori: «Però con la tv è stato un censore»
«Tutto accadde trent’anni fa, quando io ero appena arrivato in Mondadori. Una sera Berlusconi invitò tutta la dirigenza della casa editrice nella sua villa di Arcore. Ci fece visitare la casa. Suonò il pianoforte. E ci spiegò il suo segreto: come riusciva a vendere la pubblicità...».
Ma lei come si spiega questo interessamento per quel mondo? «Lui dapprima ha preso Mondadori, quindi Einaudi. E a seguire Piemme e Sperling & Kupfer. Successivamente ha affidato la gestione a dei bravi manager e ha fatto diventare queste aziende molto redditizie. Senza metterci mai becco». In che senso, Ferrero? «Sui contenuti intendo. In questo è sempre stato lineare. Ma non perché fosse particolarmente buono.
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