ESCLUSIVA TMW - Corneliusson, il Como in A e la vita dopo il calcio: 'Oggi amministratore di condominio'
Dici Dan Corneliusson e pensi subito al Como in Serie A, la provinciale che negli anni '80 stava al tavolo delle grandi: quattro salvezze consecutive, numerosi talenti sfornati. E una costante in attacco: proprio lo svedese, arrivato nell'estate del 1984 fresco campione di Germania. Rimasto fino al 1989, anno della retrocessione, ha raccolto 112 presenze segnando 18 reti.
Una scelta in controtendenza rispetto ad altri ex calciatori, molti di essi rimasti nel mondo del pallone "Ci ho anche provato a rimanere nel calcio e ho anche allenato per qualche stagione. L'ho fatto all'Häcken, settore giovanile"."In Svezia non vivi di calcio, a meno che non arrivi ai massimi livelli. Ci sono quelle 5-6 squadre in cui questo è possibile, in caso contrario devi emigrare. Ci sarebbe stata anche la possibilità, pensi proprio a Como"."Mia moglie non voleva venire in Italia, preferiva restare in Svezia.
Lei arrivò a Como fresco vincitore della Bundesliga con lo Stoccarda, dove fece 12 reti. Insomma, non un comprimario. Oggi un trasferimento simile sarebbe impensabile "Anche all'epoca per la verità mi chiesero il motivo di una scelta simile. Mi voleva anche il Benfica, però però io volevo misurarmi nel miglior campionato al mondo. E poi con l'Italia ho sempre avuto una certa ascendenza: da piccolo venivo sempre in Italia in vacanza: ricordo le Cinque Terre, Rimini, Pisa..."."So che c'era anche la possibilità di venire prima, Rino Marchesi allenava il Napoli e mi aveva notato al Göteborg.