Eurovision tra musica, soft power e giochi diplomatici

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Tra soft power e giochi diplomatici, l'Eurovision mette in scena molto più delle canzoni. E gli organizzatori dell'edizione di Torino devono dimostrare di averlo capito, scrive Giacomo Natali sull'Essenziale. essenziale_it

Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, i tre conduttori che saliranno sul palco dell’Eurovision song contest di Torino dal 10 al 14 maggio, saranno accompagnati dallo spettro di un evento che pochi in Italia ricorderanno: la disastrosa ultima edizione che si tenne nel nostro paese nel maggio del 1991.

Nei primi decenni l’Italia porta al festival interpreti popolari e talvolta sorprendenti, da Domenico Modugno a Gianni Morandi, fino ad Alice e Franco Battiato. Ma a fronte di uno scarso interesse del pubblico nazionale, e a un’insufficiente valorizzazione del programma da parte della Rai, perfino le uniche due vittorie sono state celebrate in sordina.

Nel 2011 il ritorno in gara dell’Italia avviene al termine di un decennio talmente dominato dall’Europa dell’est che la Norvegia, per vincere nel 2009, aveva dovuto farsi rappresentare da un cantante bielorusso, Alexander Rybak., il brano di Raphael Gualazzi, assai sofisticato rispetto agli standard dell’Eurovision, arriva a sfiorare la vittoria.

Oltre che di questo “voto di vicinato”, l’Italia sembra avere beneficiato anche del ruolo temporaneo di outsider, dell’assenza di “nemici giurati” e del tradizionale appeal del suo marchio, in particolare tra i paesi dell’Europa dell’est. Senza che ci sia una vera regia dietro, l’Italia all’Eurovision si dimostra comunque trasversale e sempre ben riconoscibile, nonostante presenti artisti spesso molto differenti tra loro. Gioca un ruolo centrale il fatto che sia tra le pochissime nazioni a esibirsi quasi esclusivamente nella propria lingua. Dal 1999 è consentito cantare in qualunque lingua e questo ha portato a un generale appiattimento verso l’inglese, di cui anche quest’anno faranno uso almeno tre canzoni su quattro.

Sono previsti poi, nel programma, momenti ancora più tradizionalmente italiani come la partecipazione in veste di ospiti dei tre giovani tenori del Volo, che nel 2015 arrivarono terzi all’Eurovision, proprio grazie alla loro bella Italia da cartolina.

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