La Procura di Taranto ha espresso parere negativo in merito all'istanza di dissequestro degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico presentata il 30 marzo scorso. ANSA
La Procura di Taranto ha espresso parere negativo in merito all'istanza di dissequestro degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico presentata il 30 marzo scorso dai legali dei commissari di Ilva in As alla Corte d'Assise che ha emesso la sentenza di primo grado del processo Ambiente Svenduto.
Secondo i commissari straordinari di Ilva in As - tutt'ora proprietaria degli impianti - è cambiato lo scenario delle emissioni rispetto a dieci anni fa grazie ai lavori ambientali e ci sono i presupposti per revocare il sequestro. Di diverso avviso è la Procura. La decisione finale spetta alla Corte d'Assise.
Gli impianti furono sequestrati il 26 luglio 2012 in base a un'ordinanza che firmata dal gip Todisco nell'ambito dell'inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari e alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. All'azienda fu poi concessa la facoltà d'uso. La Corte d'Assise di Taranto che ha ricevuto l'istanza è la stessa che l'1 giugno 2021 ha pronunciato la sentenza del processo ''Ambiente Svenduto" infliggendo 26 condanne per 270 anni di carcere e disponendo la confisca degli impianti dell'area a caldo.