Una vita piena: fotografo per l’agenzia di Letizia Battaglia, poi cuoco, con l’«intermezzo» di sette mesi all’Ucciardone
«Io sono Filippo La Mantia. Faccio tante cose. Non sono un imprenditore. Non sono uno chef. Sono un cuoco. Non ho tecnica. Come in ogni mia attività, mi guida l’istinto. Finché agli altri piacciono le mie cose, bene. Non so quanto durerà. Ma non importa. Sono di Palermo. Prima ho amato alla follia questa città. Poi l’ho odiata. Adesso sono tornato ad amarla. Sono un ragazzo di strada. Per me Palermo è un libro aperto.
Questa sera – questa estate – è segnata dagli odori che esalano dal passato e dai profumi che arrivano dal buio del giardino e dalla luce della cucina dove Filippo sta preparando: «Sono arrivato in Sicilia venti giorni fa, ho già preso tre chili. Non faccio che cucinare. Ieri ero a Pantelleria a casa di altri amici e ho cucinato dalle cinque del pomeriggio alle nove e mezza di sera. Ho preparato una ricciola da otto chili».