Marco Perazzini, fratello di Luca, una delle due vittime del Gran Sasso, presenterà un esposto alla procura di Teramo per indagare se si poteva fare qualcosa per evitare la tragedia.
Un esposto alla procura di Teramo perché indaghi per capire se si poteva fare qualcosa per salvare la vita a suo fratello Luca Perazzini, morto, insieme a Cristian Gualdi, sul Gran Sasso . Lo presenterà Marco Perazzini, che lo ha annunciato in un'intervista al Qn-Resto del Carlino, all'indomani della fiaccolata organizzata da amici e conoscenti a San Vito di Santarcangelo di Romagna, il loro paese.
'Io continuo a chiedermi - dice Marco Perazzini - perché non hanno impedito l'accesso a Luca e Cristian. Se le condizioni erano proibitive e c'erano dei rischi legati al maltempo, non dovevano farli salire. Né mio fratello Luca, né Cristian erano inesperti o sprovveduti, come qualcuno ha scritto invece in questi giorni. Amavano la montagna, ne conoscevano i rischi. Purtroppo è accaduta una disgrazia. I soccorritori hanno fatto quello che hanno potuto e li ringraziamo per tutto l'impegno. Ma penso che questa tragedia si poteva evitare'. Secondo il fratello di una delle due vittime, infatti,'avrebbero dovuto impedire l'accesso a tutti gli alpinisti, come avviene in altre località. Luca e Cristian, purtroppo, sono stati colti di sorpresa dalla bufera e non hanno potuto fare nulla per salvarsi. Se avessero vietato a loro e ad altri escursionisti di salire, forse a quest'ora non staremmo qui a piangerli. Siamo distrutti. È dura, durissima. Non mi vengono nemmeno le parole'. I corpi dei due alpinisti sono stati ritrovati venerdì, dopo cinque giorni di ricerche, a pochi metri l'uno dall'altro, sul versante aquilano del Gran Sasso: erano dispersi dal 22 dicembre quando, durante un'escursione, sono scivolati in un canale dal quale non sono riusciti a risalire
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