Fridays for Future, “i cinque motivi per cui protestiamo e per cui tutti dovreste essere in piazza”

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TORINO. Per cosa protestano i fridaysforfuture? A Torino come in decine di altre città sono tornati a manifestare, distanziati e con le mascherine. Luca Sardo, uno dei portavoce cittadini del movimento ci spiega 5 punti che sono centrali nelle loro rivendicazioni. Primo, la crisi sanitaria: «La situazione che stiamo vivendo ...

TORINO. Per cosa protestano i fridaysforfuture? A Torino come in decine di altre città sono tornati a manifestare, distanziati e con le mascherine. Luca Sardo, uno dei portavoce cittadini del movimento ci spiega 5 punti che sono centrali nelle loro rivendicazioni.

Primo, la crisi sanitaria: «La situazione che stiamo vivendo non è caduta dal cielo, ma in parte è stata provocata dai comportamenti dell'uomo. Basti pensare che la deforestazione selvaggia porta le specie selvatiche a spostarsi dai loro habitat naturali a contatto con l'uomo, causando quel passaggio di specie che è stato alla base della pandemia globale di coronavirus. Non possiamo pensare che i nostri comportamenti non abbiano effetti sul mondo».

Terzo, le elezioni amministrative: «L'anno prossimo a Torino e in altre città si vota: vogliamo che le prossime giunte mettano al centro la questione ambientale, sia per quanto riguarda i cambiamenti climatici che per l'inquinamento atmosferico. Torino in questo senso ha un grosso problema è la politica deve prendersi la responsabilità di intervenire con forza e il prima possibile».

Quarto, la piazza: «E’ fondamentale rivedersi in piazza che tornare a manifestare di persona. Ovviamente tutti con le mascherine e distanziati, in modo da non far correre rischi a nessuno. Ma le iniziative sul web e sui social da sole non bastano per portare avanti tutte le rivendicazioni». Infine la scuola: «Per la scuola questo è un anno particolare per moltissimi motivi. Ma c'è anche un'importantissima novità, cioè l'introduzione dell'educazione ambientale nei programmi dell'Istruzione. Ecco per fare questo serve la formazione ai professori, di cui in moltissime realtà si occuperà Eni, le cui attività principali riguardano i combustibili fossili, tra i peggiori inquinanti al mondo.

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