Gabriele Corsi si è commosso durante le prove di Simone Cristicchi a Sanremo 2025 per la canzone 'Quando sarai piccola', dedicata alla mamma malata di Alzheimer. Il conduttore ha condiviso la sua esperienza personale con la malattia del padre, sottolineando la fragilità umana e l'importanza di esprimere amore e affetto ai propri cari.
La settimana santa di Sanremo è ufficialmente iniziata. Mentre i 29 cantanti continuano a fare prove ed eventi, anche i conduttori del Prima Festival (Gabriele Corsi, Bianca Guaccero e Mariasole Pollio) si danno da fare con interviste nel backstage, raccontando i segreti e le ansie degli artisti. Ieri sera, Gabriele Corsi si è commosso durante le prove di Simone Cristicchi con il suo brano, 'Quando sarai piccola', dedicato alla mamma malata di Alzheimer.
Il cantante aveva commentato: «Quando i nostri genitori invecchiando ritornano ad essere un po’ bambini, noi ci ritroviamo a custodire con cura, vedi però sgretolarsi il tuo punto di riferimento, che cambia ogni giorno». Gabriele Corsi commosso sulla canzone di Simone Cristicchi che parla della malattia della madre 😭😭😭 l’abbraccio piango pic.twitter.com/L06bgrB2Wn — juliet (@deadpoetstan) February 9, 2025 Corsi, ospite a La Volta Buona, ha commentato quelle lacrime di commozione. Gabriele Corsi e Cristicchi, il commento a La Volta Buona Gabriele Corsi ha commentato il momento e le sue lacrime dopo l'esibizione di Simone Cristicchi nelle prove. Il conduttore ha detto a La volta buona: «“Quando sarai piccola” è un brano che commuove tanto. C’è un particolare che non so quanti lo sanno, sto vivendo la stessa identica situazione a casa con mio papà, sentire dire da qualcun altro con parole così delicate, mi ha commosso. La fragilità è sottovalutata, noi che facciamo questo lavoro dobbiamo aprirci e mostrarci per come siamo. Io credo che il compito di chi fa il nostro lavoro e degli artisti è far sentire le persone meno sole perché questa malattia non colpisce solo i genitori e i nostri cari, ma colpisce tutti. Vedere i nostri genitori che non ti riconoscono è straziante». Gabriele Corsi, la malattia del papà Gabriele Corsi ha raccontato la malattia del papà a Da noi a ruota libera, con Francesca Fialdini: «Che bella giornata, speriamo che non piova è una storia di pazzia, memoria perduta, memoria ritrovata: questo libro parla del mio anno da obiettore di coscienza in una struttura che ospitava pazienti con problemi psichiatrici. Oggi quell’esperienza torna davanti alla malattia degenerativa di mio padre». E poi ha confessato: «L’uomo che sono adesso è il frutto di quella esperienza e di questa condizione di mio padre ora: ho cominciato a piangere troppo tardi, ho capito che bisogna dire alle persone care che le amiamo». Infine: «Mi sono reso conto che con mio padre ci siamo detti moltissime cose in questi silenzi. Vorremmo vivere tutta la vita la sensazione di essere al sicuro con i nostri genitori, ma poi si cresce. Sono fiero di mio padre. Si è dimesso perché non voleva partecipare alla produzione di armi, una scelta etica potentissima; io spero sempre di poter seguire il suo esempio».
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