Il consiglio uscente di Generali ha fornito indicazioni sulla composizione delle liste per l'assemblea di maggio, che dovrà rinnovare il board. Si preannuncia una competizione serrata tra i principali azionisti, con Mediobanca che punta a una lista di maggioranza e Caltagirone e Delfin che presentano le proprie candidature. L'operazione di acquisizione di Mediobanca da parte del Monte dei Paschi e gli intrecci azionari tra le parti aumentano la complessità della situazione.
Dopo la presentazione del piano strategico a Venezia, il consiglio uscente di Generali ha fornito indicazioni sulla composizione delle liste per l'assemblea di maggio, che avrà il compito di rinnovare il consiglio di amministrazione .
Il presidente Andrea Sironi e il ceo Philippe Donnet, che hanno espresso disponibilità per un nuovo mandato, hanno preso atto, insieme al consiglio di amministrazione, che l'incertezza procedurale legata ai regolamenti sull'attuazione della Legge sui capitali impedisce di stilare una lista del consiglio di amministrazione uscente. Ora spetta ai soci muovere le pedine. Mediobanca, con il 13,1% del Leone, potrebbe lavorare a una lista di maggioranza candidando Donnet e Sironi e attingendo a profili tra gli istituzionali, componendo un elenco che assomigli il più possibile a quello della lista del consiglio di amministrazione per convincere il mercato. Il consiglio di amministrazione del Leone ribadisce l'importanza di un consiglio con 13 componenti indipendenti e suggerisce di incrementarne il numero di membri di nazionalità diversa. Anche da Caltagirone e Delfin, azionisti del Leone con, rispettivamente, il 7% e il 9,9% circa, sono attese le candidature. Si entra nel vivo della partita che ha molti fronti. Non ultimo quello dell'operazione strutturata annunciata dal Monte dei Paschi su Mediobanca e degli intrecci azionari tra soci. Di Mediobanca Delfin ha il 20% e Caltagirone oltre il 7%. Nel Monte Delfin ha il 9,9%, mentre Caltagirone è sopra il 5%. Ieri è stato reso pubblico il documento scritto dal comitato Parti correlate del Monte, alla vigilia dell'ops, che ha escluso «vantaggi particolari» per Delfin e Caltagirone, che sono appunto parti correlate, su Mediobanca. Scrive il comitato che i consiglieri non indipendenti — Elena De Simone e Alessandro Caltagirone, espressione dell’omonimo gruppo romano — «per ragioni di opportunità, non hanno partecipato alla votazione» sull’ops. Che ha ricevuto il voto unanime dai consiglieri del ministero dell’Economia (11,7% del Monte), così come da quello indicato da Delfin e dai due espressi da Anima holding, nominati consiglieri indipendenti di Mps. Gli esponenti dei privati erano entrati nel cda di Siena dopo che Caltagirone e Delfin avevano acquistato a novembre dal Mef. Nella nuova entità, nel caso di adesione al 66,7%, avrebbero il 15% Delfin e il 6,6% Caltagirone. I titoli delle due banche ieri sono rimasti appena sotto la parità e l’ops di Mps in Borsa si è confermata anche ieri a sconto del 10%. È arrivato anche il giudizio di Moody’s che dà una valutazione sulle due banche coinvolte. Sul fronte del credito, Mediobanca con l’ops del Monte verrebbe penalizzata per cui l’agenzia di rating ha cambiato l’outlook di Piazzetta Cuccia da stabile a negativo. Per contro il profilo finanziario di Mps beneficerebbe dell’operazione «dato il più forte merito di credito standalone di Mediobanca»
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