Essere Gesù al cinema, cinque volti indimenticabili (e uno “invisibile”)
Con la morte del prima baritono e poi tenore wagneriano Claude Heater, se ne va a 92 anni uno dei Gesù più invisibili ma più noti della storia del cinema, quello del kolossal di William Wyler “Ben Hur” girato nel ’59-60 nella Hollywood sul Tevere, dato che a Cinecittà fu realizzata la corsa delle bighe.
La scelta del cantante fu in parte dovuta a un’annotazione della celebre giornalista gossip hollywoodiana Louella Parsons che vide in Heater “una bella faccia spirituale” che in realtà non si vede perché il regista usa campi lunghi e medi di ripresa per fedeltà al romanzo di Lew Wallace che non voleva mostrare il volto del Messia.
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#feelquarantena, i volti fotografati da Stefano Ceretti raccontano la libertà dopo l’isolamentoFacce da quarantena. Dal collega fotografo all’imprenditore, dal papà con la figlia ai fidanzati, fino ai personaggi pubblici come Cristina Patelli (deputato della Lega) ritratta insieme al suo cagnolino: sono una cinquantina le persone, biellesi e non solo, che finora hanno aderito a feelquarantena. È l’ultima iniziativa pensata dal fotografo Stefano Ceretti per immortalare gli stati d’animo della gente negli ultimi giorni di chiusura dovuta al Covid-19, quando essa non era più totale, si iniziava a uscire di casa e, reduci dalla quarantena, si programmava l’appuntamento dal parrucchiere. Inizialmente, infatti, l’idea era di fotografare le persone prima dell’appuntamento dal parrucchiere, quindi con i segni di tre mesi di vita chiusi in casa, e dopo, per rappresentare simbolicamente la libertà riconquistata. «In realtà, un po’ perché in qualcuno non era così evidente il prima e il dopo, un po’ perché altri sono venuti comunque dopo essere stati a sistemare i capelli, il concetto di feelquarantena è cambiato - dice Ceretti - ed è diventato, più genericamente, cogliere le diverse sensazioni collegate a questo periodo». Per il 90% delle persone che si sono fatte ritrarre lo stato d’animo è la felicità per il ritorno graduale della libertà, per la possibilità di uscire data la bella stagione e di passeggiare in montagna o nei parchi, per il via libera a incontrare di nuovo genitori, parenti e amici. Per qualcun altro l’incertezza del presente e la preoccupazione per il futuro, o, ancora, gli strascichi di un triste periodo vissuto lontano dai genitori anziani perché ospiti in due case di riposo diverse e entrambi positivi al Covid. E Ceretti, con fotografie rigorosamente in bianco e nero per mettere più in risalto l’espressione su cui vuole concentrare l’attenzione, fissa queste emozioni mettendo a proprio agio i partecipanti con una chiacchierata o un caffè. «Nel mio studio (in viale Matteotti 25 a Biella, ndr) sono venute anche alcune persone che non mi conoscevano
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