L'intervista esclusiva al campione Mls: 'Ora vorrei tornare in Serie A. Sono tutti convinti che Lorenzo sia già in arrivo. Io non so se lascerà Napoli'
«Se ho sentito? Me lo chiedono di continuo. Anzi, qui sono proprio sicuri che sia fatta. Lo aspettano per marzo. Ma a me sembra strano».«Perché è il capitano del Napoli e non penso che molli una squadra in lotta per lo scudetto così, su due piedi».«Di solito non succede. È il bello, o il brutto, di vivere in un Paese a moderata cultura calcistica. Può essere un bene o un male, dipende da che cosa chiedi alla vita».
Può dire a chi la interpella che comunque se ne parla per giugno. Secondo lei quella di Insigne è una buona idea? «Ripeto: dipende da che cosa si vuole. Personalmente io mi sono trovato bene a livello umano e ho trovato una città in cui la vita è facile. A livello professionale devi mettere in conto di sparire dai radar. Ho perso la Nazionale, ho perso visibilità. Se si è disposti a rinunciare a queste cose, si tratta di un’esperienza che consiglio a tutti».
Dice che lì si passa inosservati. Eppure lei con 83 gol in quattro anni è il marcatore storico del Toronto e ha vinto la Major League Soccer nel 2017. «Questione di cultura. Il calcio non è visto come uno degli sport principali. Adesso cercano di promuoverlo perché nel 2026 Canada, Stati Uniti e Messico ospiteranno il Mondiale. Quando c’eravamo io, Gerrard, David Villa, Kakà era un bel campionato con gente di nome. In seguito il livello e l’interesse sono scesi».«Meno visibilità e più vivibilità. Una città bellissima in un Paese bellissimo, su questo non c’è dubbio.