Gli hacker russi diventano improvvisamente un problema da ignorare: gli Stati Uniti cambiano rotta

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Gli Stati Uniti hanno improvvisamente riqualificato gli hacker russi da minaccia globale a problema da ignorare. Diversi dipartimenti governativi hanno sospeso le operazioni cibernetiche contro Mosca, riducendo il loro focus sulla sicurezza informatica russa.

Nel 2024, le agenzie di intelligence statunitensi avevano classificato gli attacchi russi come una «minaccia informatica globale duratura». Tredici mesi più tardi, la situazione è radicalmente cambiata. Cosa un tempo rappresentava un rischio estremo per la sicurezza degli Stati Uniti, gli hacker di Mosca sono diventati improvvisamente un problema da ignorare.

Di conseguenza, diversi dipartimenti e agenzie governative americane hanno effettuato un dietrofront: non solo non si combatte più la guerra informatica contro questa potenza straniera, ma addirittura qualsiasi riferimento ai cybercriminali russi come minaccia alla sicurezza viene rimosso (a differenza di Cina e Iran). L'ordine di interrompere tutte le missioni contro Mosca nello spazio cibernetico arriva da Pete Hegseth, capo del Pentagono (e nomina più controversa della presidenza Trump), che avrebbe ordinato all'Us Cyber Command — uno degli undici centri di comando congiunti del dipartimento della Difesa — di interrompere qualsiasi operazione digitale offensiva contro la Russia. Non si conosce la natura precisa delle linee guida fornite da Hegseth al generale Timothy Haugh — capo del centro di comando — , né se l'ordine fermerà indirettamente anche le operazioni di difesa dagli attacchi hacker stranieri, considerato che la linea di demarcazione non è sempre così netta nel mondo della cybersicurezza. Secondo alcune fonti della testata The Record, il Cyber Command avrebbe già iniziato a preparare un report di valutazione dei rischi per elencare le operazioni in corso. Una lista dettagliata, insomma, di quali missioni contro Mosca dovranno essere sospese di fronte al semaforo rosso del governo. Una misura, quella del dipartimento della Difesa, che non è isolata. In un discorso al gruppo di lavoro sulla cybersicurezza delle Nazioni Unite, Liesyl Franz — vice assistente segretaria per la sicurezza informatica internazionale per il Dipartimento di Stato americano — ha ribadito la preoccupazione statunitense nei confronti degli attacchi hacker provenienti da attori statali come Cina e Iran. Ma allo stesso tempo ha lasciato fuori dal discorso la Russia e il gruppo di hacker LockBit, che già in simili occasioni erano stati menzionati per il potenziale di rischio dei suoi virus ransomware (qui spieghiamo cosa sono) venduti a criminali di ogni sorta.Non solo. Dalla Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (che fa parte del dipartimento di Sicurezza Interna e che monitora i rischi per le infrastrutture critiche americane) sarebbe arrivata comunicazione sulle nuove priorità dell'agenzia. Priorità che, però, non includono più gli attacchi degli hacker vicini al Cremlino. Secondo una fonte del Guardian, gli analisti avrebbero ricevuto l'indicazione di non seguire né segnalare le minacce russe. Uno strappo netto con le precedenti attività dell'agenzia, che fino a ora erano concentrate soprattutto sugli attacchi di Mosca. Decisioni senza precedenti che non stupiscono troppo. La decisione dei tre dipartimenti americani riflette l'orientamento generale dell'amministrazione Trump, che da settimane mostra interesse nei confronti di un riavvicinamento al Cremlino. A scapito, però, dell'alleato ucraino. E così, all'indomani del brutale scontro dentro lo Studio Ovale — Trump (e Vance) contro Zelensky, arrivato a Washington per l'accordo sulle terre rare — Kiev si trova esposta anche sotto un altro fronte: quello digitale. Non è un mistero che parte della guerra sia combattuta a colpi di attacchi hacker e già da prima dell'invasione dell'Ucraina l'Us Cyber Command aveva inviato degli specialisti per «rafforzare le cyber-difese» di Kiev, come ricorda The Register. E se questa serie di decisioni la dice lunga sul nuovo rapporto americano con Russia e Ucraina, al tempo stesso è un indizio anche sulla «rinnovata» relazione con l'alleato europeo. Gli attacchi di hacker filo-russi a target europei non si fermano e anche l'Italia è costantemente sotto il mirino: da quasi due settimane, infatti, i siti di infrastrutture e istituzioni italiane sono diventati bersaglio di attacchi, come quelli degli hacker filo-russi NoName057 (l'ultimo dei quali ai portali del Csm e di Fratelli d'Italia)

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