Patuanelli: 'Se ci sarà la verifica dovremo votare la fiducia'. D’Incà: 'Il Paese rischia la crisi in un momento delicato'
Patuanelli:"Se ci sarà la verifica dovremo votare la fiducia". D’Incà:"Il Paese rischia la crisi in un momento delicato"Divisi verso il precipizio. Da un Consiglio Nazionale all'altro, in un gabinetto di guerra che è riunito a ciclo continuo, emerge la volontà di Giuseppe Conte di andare fino in fondo. A falcate in direzione di un voto anticipato che, per il M5s, è pieno di incognite.
La giornata inizia con una convocazione mattutina dei vertici stellati. L'ex premier mette sul piatto la possibilità di ritirare la delegazione ministeriale prima delle comunicazioni alle Camere di Mario Draghi, previste per mercoledì. Gli ortodossi pressano, non digeriscono le critiche di chi dice al M5s che non ha votato la fiducia e tiene i ministri al suo posto. In prima linea soprattutto la vicepresidente vicaria dei Cinque Stelle Paola Taverna.
Nel frattempo fonti contiane precisano: «Non abbiamo chiesto ai ministri di dimettersi». Ma è sicuro che l'ipotesi è stata prospettata ai tre membri del governo. E Crippa, alla testa dei deputati in autogestione, convoca un'assemblea del gruppo per oggi alle tre del pomeriggio. In Parlamento i pentastellati ciondolano storditi. Riccardo Fraccaro su Instagram posta un meme di Conte in versione Dj del Papeete.
Se il gruppo di Palazzo Madama è una curva di ultrà che vogliono andare al voto o all'opposizione, la truppa della Camera è già un suk brulicante. «Sto valutando il da farsi, con me lo stanno facendo tanti altri», risponde al Giornale la deputata Elisabetta Barbuto, data con le valigie in mano verso Di Maio. Dopo le notizie sullo scontro tra Conte e Crippa è aumentato il numero dei deputati che contestano la linea-Taverna.