C'è Danilo Toninelli, all'epoca ministro dei Trasporti. E insieme a lui un nugolo di altri parlamentari meno noti, peones impegnati nel lavoro oscuro ma prezioso nelle commissioni. Tutti eletti nel Movimento 5 Stelle
. E tutti pronti a rispondere ai messaggi del fondatore e Garante, Beppe Grillo: che trasmetteva a loro le richieste del suo amico Vincenzo Onorato, il padrone della disastrata Moby. I parlamentari rispondevano, e Grillo riferiva all'amico-cliente. In tutto, almeno una dozzina di chat raccontano agli inquirenti milanesi il ruolo abnorme che legava la Beppe Grillo srl e la Casaleggio ai gruppi parlamentari, usati come longa manus degli affari privati del fondatore.
Sono questi i dettagli che, mentre il caso scuote la politica e Grillo fa sapere di essere «sereno» e di «non avere mai fatto favori a Onorato», emergono dall'indagine della Procura di Milano per traffico illecito di influenze.
Oggi, davanti al tribunale fallimentare di Milano, si tiene l'udienza decisiva per il tentativo di tenere a galla le società di Onorato. E l'armatore napoletano non fa mistero in queste ore di considerare sospetta la coincidenza di tempi tra l'udienza e la bordata partita dalla Procura sui suoi rapporti con Grillo. Ma in realtà l'inchiesta sui contratti tra l'ex comico e l'armatore è in corso da tempo.
Che Grillo, come dice ieri, non abbia mai fatto favori a Onorato è smentito dal suo stesso blog dove sono ancora disponibili una parte dei «redazionali» pubblicati nel 2018, quelli in cui si diceva che «Onorato si sta battendo anima e cuore per salvaguardare i diritti dei nostri marittimi» e l'armatore veniva dipinto come la vittima di lobby di speculatori. Altri contenuti pro-Onorato sono stati invece rimossi.
Al punto che nel corso delle indagini agli inquirenti si è posto un dilemma rilevante. Se i soldi finiti a Beppe Grillo e a Casaleggio non avevano come vera motivazione le campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica indicate nei contratti, siamo di fronte a una sottrazione di rilevanti fondi dalle casse aziendali. Poichè la Moby è alle prese con un concordato preventivo, la distrazione di fondi configura il reato di concorso in bancarotta fraudolenta.
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