Presentazione in streaming per i nuovi dispositivi di fascia alta, che uniscono prestazioni fotografiche avanzatissime e connettività di nuova generazione. E per rimediare all’assenza delle app di Big G arrivano nuovi servizi multimediali
Richard Yu, il CEO della divisione consumer di Huawei, è a suo agio anche in una presentazione virtuale. Lo seguiamo non dal vivo a Parigi, dove l’azienda contava di allestire un evento speciale in pompa magna, bensì dai nostri schermi, in streaming. È il “new normal” a cui i big della tecnologia si sono giocoforza adattati per non mandare del tutto a carte quarantotto i propri piani commerciali durante l’attuale crisi pandemica da Coronavirus.
Le differenze principali tra il modello standard e la versione Pro sono le dimensioni, il design, la grandezza della batteria e lo schermo. Su entrambi i modelli è un OLED con un foro in alto a sinistra per doppia fotocamera frontale, ma sulla versione Pro lo schermo ha bordi stondati su tutti gli angoli «per una migliore esperienza a tutto schermo».
«Grazie a ISO che arrivano fino a 409600, il P40 Pro offre inoltre incredibili prestazioni in condizioni di bassissima luminosità», ha aggiunto Richard Yu. «E grazie al sensore avanzatissimo abbiamo anche migliorato sensibilmente la velocità di autofocus in tutte le condizioni di luce». Il nuovo P40 Pro promette benissimo. Le fotocamere riescono a girare video a 4K 60fps, e soprattutto la nuova Cine Camera include l’ultra slow motion che avevamo visto debuttare sul. La stabilizzazione, elemento fondamentale per garantire la qualità video sugli smartphone, è garantita da un sistema che unisce stabilizzazione ottica e stabilizzazione software basata sull’Intelligenza Artificiale.
La tripla fotocamera posteriore in questo caso integra sempre il sensore da 50MP principale e la Cine Camera da 16MP ultra-grandangolare, cui affianca però uno zoom ottico 3X con sensore da 8MP.Come già fu per il Mate 30 Pro a settembre, anche i P40 e P40 Pro arrivano cona una versione di Android 10 open source in parte “azzoppata” dall’assenza dei servizi di Google, bloccati ancora in virtù delle restrizioni imposte dal governo americano e in vigore ormai da quasi un anno.
«Huawei Music ad oggi offre già un catalogo con 50 milioni di canzoni», spiega Furcas, «in modo da offrire all’utente le stesse possibilità dei servizi analoghi della concorrenza. Quella che stiamo percorrendo per offrire agli utenti un’alternativa è una strada ancora lunga ma vediamo salti da giganti nell’evoluzione dei servizi da un mese all’altro.
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