Resta valida - per ora - l’ordinanza Cirio, che obbliga le scuole a verificare che le famiglie abbiano misurato la febbre ai figli: ieri il Tar Piemonte non ha accolto la richiesta di sospensiva. Il presidente della Regione Alberto Cirio: «Era una scelta per garantire più sicurezza, introducendo un livello di controllo in più. Spiace che il Governo abbia scelto di contrastare il Piemonte, invece di considerarlo un esempio». E «soddisfazione» espressa dagli assessori regionali alla Sanità Luigi Icardi («Misura efficace, grazie alle scuole piemontesi») e all’Istruzione Elena Chiorino. L’ordinanza era stata osteggiata da sindacati, Ufficio scolastico regionale, dirigenti, oltre che dal ministero dell’Istruzione, che l’ha impugnata davanti al Tar. Nelle scuole cuneesi, quindi, si continua come nei giorni scorsi. E ognuno usa modi diversi per rispettare quanto chiesto dalla Regione. Alessandra Tugnoli, dirigente dell’istituto Soleri Bertoni di Saluzzo (oltre mille studenti): «I genitori scrivono sul diario, anche dei maggiorenni. Stiamo studiando un modo più pratico, ma sempre cartaceo, perché i registri elettronici hanno software nazionali che non prevedono le richieste del Piemonte. Abbiamo applicato l’ordinanza, ma l’opportunità di questa decisione è un altro discorso». Gabriella Benzi, dell’Ic di Govone (12 sedi, poco meno di mille studenti): «Il Comitato tecnico scientifico nazionale chiedeva di responsabilizzare i genitori, la Regione è stata intempestiva: ci ha messo in crisi dopo il lavoro svolto in estate. Abbiamo scelto la registrazione sul diario perché i genitori non avrebbero compilato il registro elettronico tutti i giorni». «Alunni più maturi di quanto si poteva prevedere – dice Marco Battella dell’Ic Momigliano di Ceva, 900 studenti anche a Lesegno, Sale Langhe, Mombasiglio, Viola -. Controlliamo la registrazione sul diario e ci ha aiuta la Croce bianca con i termoscanner della Fondazione Crc». Lo stesso per il Bonelli di Cuneo (700 alunni), il cui presid
Resta valida - per ora - l’ordinanza Cirio, che obbliga le scuole a verificare che le famiglie abbiano misurato la febbre ai figli: ieri il Tar Piemonte non ha accolto la richiesta di sospensiva.
Il presidente della Regione Alberto Cirio: «Era una scelta per garantire più sicurezza, introducendo un livello di controllo in più. Spiace che il Governo abbia scelto di contrastare il Piemonte, invece di considerarlo un esempio». E «soddisfazione» espressa dagli assessori regionali alla Sanità Luigi Icardi e all’Istruzione Elena Chiorino.
L’ordinanza era stata osteggiata da sindacati, Ufficio scolastico regionale, dirigenti, oltre che dal ministero dell’Istruzione, che l’ha impugnata davanti al Tar. Nelle scuole cuneesi, quindi, si continua come nei giorni scorsi. E ognuno usa modi diversi per rispettare quanto chiesto dalla Regione. Alessandra Tugnoli, dirigente dell’istituto Soleri Bertoni di Saluzzo : «I genitori scrivono sul diario, anche dei maggiorenni.
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