I più antichi, in forme Liberty, resistono dagli Anni 30 in piazza Villari
Andrea ParodiNe sono rimasti 29. Gli ultimi testimoni di un pezzo di storia di Torino. Relitto di un passato che stenta a scomparire completamente. I Vespasiani torinesi sono un piccolo monumento cristallizzato che sopravvive imperterrito alle insidie del tempo e della modernità. Hanno attraversato i decenni senza passare completamente di moda, diventando a loro volta un simbolo, anche del pudore.
In piazza Villari, nel cuore di Madonna di Campagna, e in via Sassari, alle spalle di Valdocco, i due modelli a chiosco più antichi, ancora in forme Liberty, probabilmente degli Anni 30. Ricordano i loro simili presenti nei giardini pubblici di Salsomaggiore Terme. Una cupoletta inconfondibile a chiudere forme leggere, con decorazioni geometriche. Quasi un’opera d’arte.
Il modello classico, più riconoscibile e più numeroso in termini di esemplari, è quello razionalista, dalle forme severe e imponenti, con gli angoli ricurvi a chiudere il tetto, comparsi negli anni immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale. Se ne trovano, per esempio, in corso Massimo d’Azeglio, davanti al civico 33, in corso Marconi 36 o in corso Rosselli, all’altezza di piazza Marmolada, di fronte alla ex Materferro.
Tutti vespasiani in cemento prefabbricato a voler imitare la pietra che condividono una caratteristica: vennero prodotti e commercializzati da una ditta torinese che aveva sede in via Tiziano 7 e si chiamava con il nome del suo fondatore, «Società Anonima Umberto Renzi». Ed così che il «Renzi» diviene sinonimo di orinatoio. I 29 «Renzi» torinesi sono patrimonio pubblico della Città.
I Vespasiani, che sono così chiamati non perché introdotti, ma in realtà in quanto tassati, per la prima volta dall’omonimo imperatore romano per il recupero dell’ammoniaca, sono anche stati al centro di numerosi dibattiti cittadini. All’inizio degli Anni 70, ad esempio, divennero simbolo da eliminare per restituire decoro alla città. Il cantautore Gipo Farassino utilizzò questo dettaglio per farne una celebre canzone.
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