La delusione più cocente degli ultimi anni. Superiore pure alle sconfitte subite in finale. Incredibile, ma vero. Il licenziamento di Maurizio Sarri non ha sorpreso i tifosi bianconeri, neppure quelli di più fervida fede. Ciò che più preme ora, anche per tenere sotto il livello di guardia l’arrabbiatura per una stagione che non ha convinto sotto alcun profilo, è l’identikit del nuovo allenatore della Juventus. Le caratteristiche indispensabili, per affrontare un’annata che sarà ancora più rovente delle altre, sono riassumibili in tre parole: preparazione, pedigree, pacatezza. La preparazione per affrontare a testa alta un campionato di serie A e l’ennesimo sterrato di Champions non è solo capacità tattica. E’ un filo più sottile che si intreccia con l’ambiente in cui ci si deve muovere con convinzione e leggerezza al contempo; il club più scudettato d’Italia ha storia, presente (e un futuro da impostare) e regole comportamentali, non scritte, senza eguali in Italia. Anche nell’approccio ai tifosi. Né rinchiusi nel proprio fortino, né star dei social. La famosa e mai perseguita via di mezzo. Vivere un po’ Torino è importante per capire la situazione generale della città e soprattutto creare empatia dentro e fuori il campo di gioco. Il neo-mister deve altresì avere coscienza (attenzione, non conoscenza) del carattere dei calciatori e delle ambizioni dei procuratori, meno pressanti che in altri club ma più variegate, e un equilibrio psicologico personale decisamente buono. Il pedigree nella Juventus è obbligatorio. Sia da calciatore che da allenatore, meglio sarebbe se fosse di razza in entrambi i casi, ma almeno uno dei due percorsi deve essere stato di qualità purissima e cioè vincente, altrimenti il neo insediato si troverà a lavorare con il vento a sfavore. Una sfiducia non esplicita, ma aleggiante anche nelle strette di mano o di gomito, e la diffidenza costante come la spina nei pesci non favorisce in nessun campo e in nessuna professione. Infine pacatezza. Esser
La delusione più cocente degli ultimi anni. Superiore pure alle sconfitte subite in finale. Incredibile, ma vero. Il licenziamento di Maurizio Sarri non ha sorpreso i tifosi bianconeri, neppure quelli di più fervida fede. Ciò che più preme ora, anche per tenere sotto il livello di guardia l’arrabbiatura per una stagione che non ha convinto sotto alcun profilo, è l’identikit del nuovo allenatore della Juventus.
Le caratteristiche indispensabili, per affrontare un’annata che sarà ancora più rovente delle altre, sono riassumibili in tre parole: preparazione, pedigree, pacatezza. per affrontare a testa alta un campionato di serie A e l’ennesimo sterrato di Champions non è solo capacità tattica.
Sufficiente tutto ciò per vincere una Champions? No. Ma un profilo simile di allenatore riallinerebbe società-città-tifosi. E di solito remando dalla stessa parte tutti insieme è più semplice arrivare a destinazione.
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