“L'equilibrio si è invertito nell'ultimo decennio”, spiega Salvatore Vassallo dell’Istituto Cattaneo: alle ultime elezioni, il centrodestra si è affermato nelle periferie e nei piccoli comuni, cedendo invece terreno nelle ZTL delle grandi città e al Sud
Il voto del 25 settembre ha cambiato ancora una volta la geografia politica dello Stivale. Cambiano i rapporti di forza nel centrodestra, con il partito di Giorgia Meloni che al Nord e al Centro ruba la scena alla Lega, confinandola nel raggio d'azione del vecchio Carroccio.
E la conclusione degli esperti è che anche queste regioni ormai sono diventate politicamente «contendibili». Ad emergere, nelle ultime politiche, è anche la frattura tra l'elettorato dei piccoli comuni e quello delle metropoli. Una dinamica che abbiamo imparato a conoscere già dai tempi della sfida Trump-Clinton: le aree rurali in mano ai repubblicani e le grandi città appannaggio dei democratici. «Anche in Italia è sempre stato così dai tempi della Democrazia cristiana», ci spiega il direttore del centro di ricerca bolognese.