Negli Usa a gennaio l'inflazione si è impennata ai massimi degli ultimi 40 anni, salendo al 7,5% annuale. Un rialzo di mezzo punto dei tassi a marzo da parte della Fed sarebbe un segnale forte ma anche un pericoloso segnale di possibile recessione
L'inflazione Usa corre più delle attese e a gennaio si è impennata ai massimi da 40 anniL'effetto sui mercati è stato quello di far lievitare il tasso sui Treasury decennali oltre il 2%. E la domanda ora è cosa farà la Fed.
. Dunque, se la Fed decidesse per un aumento dello 0,50% invece dello 0,25% l'appiattimento verrebbe accelerato, perché i tassi a breve salirebbero più di quelli a lungo termine. La curva quindi tenderebbe ad avvicinarsi allo zero.. In pratica per gli operatori tutto ciò significherebbe un rischio recessione di qui a 18/24 mesi.
In questo modo spingerebbe al rialzo i tassi a lungo termine e potrebbe raddrizzare un po' la curva dei rendimenti. In questo momento le percentuali di un rialzo dello 0,25% o dello 0,50% a marzo sono stimate 50 e 50 dal mercato".Per i mercati saranno 6, ma solo ieri il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic ne ha previsti 3 o 4 aumenti, osservando che "ogni opzione è sul tavolo" quando si tratta di combattere contro l'inflazione.
E questo potrebbe cambiare l'ottica in cui si muoverà la Fed. Ancora è troppo presto per dirlo, ma i segnali ci sono tutti".
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