Mostra e museo permanente nella città abruzzese
«Io e Andrea ci siamo conosciuti a Pescara perché frequentavamo la stessa scuola, il liceo artistico, e dormivamo nello stesso convitto religioso. Aveva non più di tredici anni ed era una peste terribile».
Anche Liberatore sperimentò la vivacità estrema del ragazzino: «Dormivamo tutt’e due al convitto dei gesuiti, ero più grande di lui di due anni e lui era un ragazzino sveglissimo, curiosissimo, e pure rompicoglioni… Per un po’ lo sopportavamo, ma lui era troppo vispo, così una volta l’abbiamo legato a un letto e gli abbiamo passato il carboncino in faccia. Andrea diceva va bene la smetto, ma un momento dopo ricominciava. Una peste», ricorda Liberatore.
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