In questi anni è rimasto al centro della vita politica statunitense anche grazie al sostegno della destra cristiana, che lo considera un leader benedetto da Dio. La storia di un pastore e di suo figlio mostra come è nata quest’alleanza Leggi
Era il 29 luglio 2019, il peggior giorno della mia vita, anche se non lo sapevo ancora. Nel centro di Washington le macchine avanzavano a passo d’uomo, mentre l’umidità entrava dai finestrini dell’auto. Ero in ritardo e facevo fatica a restare sveglio. Da due settimane giravo tra canali tv ed emittenti radio della costa est degli Stati Uniti per promuovere il mio libro, che raccontava la trasformazione del Partito repubblicano e l’ascesa di Donald Trump alla presidenza del paese.
Jessup si è accorto che ero in difficoltà. Allontanandosi dal motivo per cui mi trovavo lì, la promozione del libro, mi ha chiesto un parere su una recente polemica scoppiata nel mondo evangelico.
Andando via dallo studio mi sono chiesto se mio padre avesse seguito l’intervista. Sicuramente qualcuno, a casa, l’aveva vista e gliene avrebbe parlato. Ho preso il telefono, poi mi sono fermato per chiacchierare con Jessup e alcuni suoi colleghi. Quando ci siamo salutati, ho guardato lo schermo del cellulare, che avevo messo in modalità silenziosa. Avevo ricevuto molte chiamate da mia moglie e da mio fratello maggiore. Mio padre aveva avuto un infarto.
Tutti intorno a lui facevano fatica a riconoscerlo. Si alzava la mattina presto, molte ore prima di andare al lavoro, per leggere la Bibbia e riempire un piccolo quaderno con annotazioni e citazioni di versi. Restava seduto a pregare per ore. Mia madre, una giovane giornalista che lavorava all’Abc Radio di New York, pensò che fosse impazzito. Ma il suo cognome da nubile – Pastor – era la prova del senso dell’umorismo di Dio.
Ora tante persone si aggiravano intorno a noi, riempendo la sala e occupando anche i corridoi e l’atrio, dove sui tavoli erano sistemati fiori, mazze da golf e fotografie di mio padre. Ero intontito, come i miei fratelli. Nessuno di noi aveva dormito molto nei giorni precedenti. Così, quando qualcuno ha fatto un riferimento a Rush Limbaugh, il più popolare conduttore radiofonico di destra, non ci ho fatto caso. Poi un’altra persona ha tirato in ballo quel nome, e poi un’altra.
Qualcuno in sala ha riso nervosamente. Altri erano visibilmente agitati. Altri ancora hanno distolto lo sguardo facendo finta di non aver sentito. Il giovane pastore che ha preso il posto di mio padre, Chris Winans, aveva un’espressione sconvolta. Ma non m’interessava. Ho detto quello che dovevo dire. Finiva lì. O almeno così credevo.Poche ore dopo la sepoltura, io e i miei fratelli siamo sprofondati sui divani del salotto dei nostri genitori.
Quell’esperienza, insieme al suo disprezzo per gli hippy, per la cultura della droga e per le proteste contro la guerra, trasformò mio padre in un repubblicano convinto. La sua preoccupazione politica principale riguardava l’aborto. Nel 1947 mia nonna, intrappolata in un matrimonio sbagliato e doloroso, aveva deciso di mettere fine alla gravidanza, ma poi aveva cambiato idea all’ultimo minuto. Mio padre ha sempre attribuito quella decisione a un intervento divino.
Mio padre ci credeva davvero. Era seriamente convinto che gli attacchi costanti contro Trump fossero attacchi contro le persone come lui. Questa convinzione creò a livello inconscio la struttura che permise a mio padre di ignorare l’immoralità del presidente. Io non potevo fare altro che dirgli la verità: “Sei tu che mi hai insegnato a distinguere le cose giuste da quelle sbagliate”, gli ricordavo. “Non puoi arrabbiarti se mi comporto di conseguenza”.
Mio padre aveva dedicato anni alla ricerca di un erede. Aveva avuto molti assistenti, ma nessuno gli sembrava adatto a prendere il suo posto. La congregazione era la missione della sua vita, quindi non voleva accontentarsi di un successore qualunque. L’incertezza sul futuro della sua chiesa lo aveva consumato. Temeva che non avrebbe mai trovato la persona giusta.
Si sbagliava. Subito dopo l’insediamento di Winans, all’inizio del 2018, saltarono fuori i coltelli. Qualsiasi accenno alla politica o alla cultura, qualsiasi minima critica nei confronti di Trump o del Partito repubblicano produceva un’ondata di lamentele. I fedeli più anziani chiedevano un incontro con mio padre e si lasciavano andare a proteste di ogni tipo. Lui gli chiedeva se le loro erano rimostranze concrete in merito alla teologia, e quasi sempre la risposta era no.
I fedeli della Cornerstone hanno cominciato a chiedere al pastore di condannare le restrizioni sanitarie imposte dal governo, di schierarsi contro il movimento antirazzista Black lives matter e contro Biden. Quando Winans si è rifiutato di farlo, molte persone hanno lasciato la chiesa. La tensione è aumentata dopo la sconfitta di Trump, nel novembre 2020.
Nella Bibbia sono citate molte nazioni. Gli Stati Uniti non ci sono. Di solito gli evangelici sono abbastanza sofisticati da rifiutare l’idea che questo paese sia sacro agli occhi di Dio. Ma molti di loro hanno deciso di idealizzare l’America cristiana, allontanandosi da ciò che dovrebbe essere la cristianità. Hanno permesso alla loro identità nazionale di modellare la loro fede, invece che il contrario.